Regia di George Miller vedi scheda film
Come capita spesso per i sequel, “Babe va in città”, seconda puntata delle avventure del maialino-cane da pastore, non può contare sull’effetto sorpresa che fece del primo “Babe” la piccola rivelazione del 1995. Ci aspettiamo già quel che di gotico e sinistro che il primo film riusciva a immettere nella paciosa vita di campagna, gli animali parlanti e l’ombra minacciosa della macellazione (sostituita qui dall’ipotesi della sperimentazione animale). Complessivamente, comunque, George Miller, produttore e cosceneggiatore del primo film e l’inventore e il regista di “Mad Max”, riesce a tenere alto il tono macabro del film e soprattutto a inventare una fantasiosa scenografia urbana, che raggruppa in un unico Skyline tutte le metropoli del mondo. Semmai, quello che scarseggia qui (e che forniva i risvolti più curiosi del primo episodio) è l’interazione psicologica tra umani e animali: sono infatti questi che prendono il sopravvento nella seconda parte, conferendo alla storia un senso di déjà-vu disneyano. Ma, fosse solo per le scelte musicali esilaranti che contrappuntano i vari momenti (e per i tre topini), l’operazione è comunque gradevole.
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