Regia di Mark Pellington vedi scheda film
Michael Faraday ( Jeff Bridges) è un professore di storia rimasto vedovo a seguito di un tragico incidente occorso alla moglie , agente FBI, durante un operazione malgestita. Stringe amicizia con i suoi vicini, Oliver Lang (Tim Robbins) e sua moglie Cheryl (Joan Cusack). Comincia però ad insospettirsi a causa di strane coincidenze, che riveleranno una pericolosa realtà .
La facciata perbenista borghese , le case in cortina ed il giardino curato, tutto si frantuma in un vortice di paranoia ed incertezza, filtrato dallo sguardo in bilico del professore con il pallino del terrorismo, vittima inconsapevole di un sistema che non ammette errori lì dove si è incapaci di dimostrare la propria innocenza.
Mark Pellington dirige un solido thriller, come quelli che si facevano una volta, rinunciando a grossi spiegoni narrativi, capace di mantenere costante l’attenzione dello spettatore grazie all’immediatezza della messa in scena. Intriso di un disperato umanesimo, nel tira e molla percettivo dell’uomo comune innesta il baricentro di un meccanismo spietato e lugubre, incapace di alcun ripensamento.
Jeff Bridges col passare dei minuti sprofonda sempre più in un acquitrino melmoso fatto di incomunicabilità e dolore, concedendoci una prova strepitosa, e rubando la scena ai sempre bravi Tim Robbins e Joan Cusack, che lavorano gelidamente in sottrazione.
La paranoia che serpeggia in ogni inquadratura, un ritmo incalzante ed un finale finalmente nichilista ne fanno un piccolo gioiello che , nonostante siano passati quasi vent’anni, mantiene inalterato il proprio valore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta