Regia di Alessandro Piva vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE "A chi deve sopravvivere.... " Sopravvivere ad un dolore lancinante ed irreparabile è quasi sempre uno sforzo espiativo che devasta, ma spesso eleva ad una maturità che chi ha la fortuna di non esserene vittima, nemmeno arriva a concepire.
A seconda della circostanza che si abbia o meno fede in un Dio del perdono e di una vita eterna salvifica oltre la morte, la drammatica vicenda occorsa a Santa Scorese, può essere interpretata sia come un percorso martirizzante che porta alla santificazione, sia, più semplicemente e concretamente, come uno dei molti casi di "cronaca di una morte annunciata" dovuto alla cieca indifferenza di uno Stato che pur dispone di apposite strutture impegnate ad impedire che reiterati episodi di violenza largamente preventivati, possano sfociare nella tragedia di cui fu vittima l'attivista cattolica morta a 23 anni per mano di un folle stalker che la minacciava da oltre un triennio.
Onore al merito per il bravo regista Alessandro Piva, per aver saputo recuperare una storia tragica, in modo troppo facilone e puerile catalogata al tempo come un semplice fatto di pura cronaca nera al servizio di lettori morbosamenre interessati a storie del genere, ma che invece racchiude qualcosa di ben meno superficiale.
Sia dal punto di vista di chi crede ed ha una fede verso cui rivolgersi, sia da parte di chi, semplicemente (si fa per dire), si indigna per le gravi omissioni e responsabilità che gravano su un legislatore che solo successivamente, tardivamente, distrattamente incalzato dalla frequenza e gravità dei crimini, si è finalmente deciso a legiferare sul reato di stolkeraggio, punendolo nello specifico come merita.
Il film ha la lungimiranza di rifuggire scelte moraleggianti o consolatorie anche quando a parlare e raccontare sono gli stessi genitori e la sorella di Santa, comprensibilmente provati da quel lontano 1991 dell'agguato sotto casa sempre presente e vivo nella mente, ma anche dignitosissimi, disposti ad aprirsi al racconto di una tragedia annunciata e, da cattolici professanti, protesi coraggiosamente ad affievolire quel dolore incessante con un pensiero consolatorio ed utile volto al processo di beatificazione che potrebbe tradursi in una prossima santificazione in capo alla giovane vittima. Il documentario, semplice e schietto, resta sui fatti, senza inutili pontificazioni, con una buona sensibilità di ripresa che in cui Piva spazia con valide scelte alternate dai volti dei testimoni, al materiale d'archivio, ad immagini del litorale barese fino a scorci particolareggiati del centro cittadino teatro del famigerato delitto annunciato.
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