Uno stridente affastellarsi di troppi toni e stili incongrui ed inconciliabili che mal si amalgamano in una pellicola che in fin dei conti non riesce né ad appassionare, né a far riflettere, ma ci regala perplessi sbadigli.
14° FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019
Un giudice inflessibile rifiuta di accettare una prova che potrebbe cambiare il corso del processo, in quanto presentata fuori tempo massimo, e procede invece a condannare l'imputata. Il fratello di costei lo affronta in un parco, ma in una colluttazione viene spinto dal giudice in un crepaccio, dove pare restare stecchito. Il giudice allora si dà ad una precipitosa fuga che dall'Estonia lo condurrà attraverso la Finlandia, incontrando personaggi improbabili in mezzo ad un paesaggio innevato.
Girato in un nitido bianco e nero, Your Honor sembra partire come una riflessione sul destino tragico e beffardo di un uomo troppo rigido ma in fondo ipocrita, che davanti ad una propria mancanza si comporta in maniera ben diversa da quella che pretende dagli altri, sfuggendo vigliaccamente dalle proprie responsabilità. Man mano che il viaggio nell'interno della Finlandia procede, però, il tono vira verso il farsesco, con situazioni comiche e personaggi bislacchi e grotteschi. Andando ancora oltre il film assume un'impronta surreale, con l'identità ed il volto del giudice che si confonde con quello della sua vittima, in un tentativo malriuscito di creare atmosfere alla David Lynch.
Uno stridente affastellarsi di troppi toni e stili incongrui ed inconciliabili che mal si amalgamano in una pellicola che in fin dei conti non riesce né ad appassionare, né a far riflettere, ma ci regala perplessi sbadigli.
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