Regia di Daniel Calparsoro vedi scheda film
Thriller basco potente in immagini e lacunoso in scrittura.
Due cadaveri vengono rinvenuti all'interno di una chiesa. Le modalità del delitto lasciano intendere che il crimine sia riconducibile ad un serial killer che però è rinchiuso in galera. Emulatore o errore giudiziario?
Ai detective Ayala (Javier Rey) ed Alba (Aura Garrido) viene affidato il caso.
"Il silenzio della città bianca ", thriller basco che sfrutta il fascino selvaggio delle location, è un lavoro imperfetto, che perde i pezzi strada facendo, a causa di improvvisi buchi di sceneggiatura, priva di un "continuum" plausibile e condannata perciò a compiere svolte improvvise per tornare in carreggiata.
Una coppia di gemelli, un giovane ragazzo vittima, strani riti pagani, cadaveri che spuntano come funghi, una coppia di sbirri dal rapporto conflittuale ed un nuovo capo della polizia con tresca annessa. Il problema di Carparsoro è che mette tanta carne al fuoco, perdendo i tempi del thriller.
Non che il film non abbia ritmo, neanche che non sia vedibile, è solo che alla fine risulta parecchio disordinato. La sensazione è che sia tutto preconfezionato, studiato a tavolino, come l'evanescente e debole indagine.
Javier Rey nei panni del detective mi è sembrato imoegnato in una prova al di sopra delle sue possibilità, Aura Garrido invece come sempre illumina la scena, anche se appare sotto tono anche lei. Particina per Itziar Ituno, l'ex ispettrice Rachel della serie tv " La casa di carta".
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