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Buio

Regia di Emanuela Rossi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Buio

di axe
5 stelle

Tre sorelle (una bambina - Aria -  due adolescenti - Stella, Luce) vivono segregate nella penombra di una grande casa, insieme al padre. Egli ha spiegato alle figlie che si è verificata una indefinita catastrofe, la quale rende estremamente pericolosa la permanenza all'aria aperta, in particolare sotto il sole. Solo l'uomo esce, per recuperare qualcosa da mangiare, a prezzo di gravi rischi. Un giorno, il papà non fa rientro. E' Stella a prendersi cura delle sorelle minori, uscendo per cercare cibo. Scopre, così, che mondo esterno è molto diverso da come le è stato descritto. Opera d'esordio per la regista Emanuela Rossi, "Buio" racconta la storia di tre sorelle, vittime di un inganno ordito dal padre, il quale, a seguito di un orrendo crimine, le chiude in casa terrorizzandole con descrizioni di un mondo esterno in rovina, che in realtà sono inventate di sana pianta. Favorito dall'isolamento della casa, egli, con coscienza e volontà, suggestiona le figlie, amplificando la finzione mediante atteggiamenti da invasato. Le giovani vivono tra letture dell'"Apocalisse", preghiere in vari momenti della giornata, punizioni umilianti, la minaccia di abusi sessuali. Eppure, non avendo contezza di ciò che accade fuori dalle mura domestiche - in realtà, nulla - esse si conformano alle volontà paterne. Trascorrono il tempo facendo ginnastica secondo le istruzioni contenuti in corsi su videocassette; compiono giochi che il padre non approva, consistendo in viaggi immaginari nel mondo in cui hanno vissuto prima della "catastrofe", del quale hanno ricordi che non sbiadiscono grazie alla loro interazione. La routine è interrotta dal mancato rientro del padre. Disperarsi non serve; Stella si avventura ripetutamente all'esterno scoprendo che il genitore ha loro mentito. Non rivela immediatamente la realtà alle sorelle, sceglie di prepararle lentamente. Ma un giorno, tornando a casa, vi trova il padre. Evidentemente vittima di un incidente, l'uomo era stato trattenuto altrove. Egli, compreso che Stella ormai conosce la verità, tenta d'accordarsi con lei al fine di continuare ad ingannare Luce ed Aria. Ma Stella non è incline a compromessi; affronta il padre, scatenandone la furia, omicida ed (auto)distruttiva. E' la fine del piccolo regno di un padre-padrone-padreterno, tenuto in piedi dalla mistificazione e dall'induzione in stato di bisogno delle tre vittime. Ragazze, donne che restitono, alle quali è dedicato il film. Le interpretazioni sono accettabili. Valerio Binasco è il genitore; difficile dire se nella determinazione del suo agire abbiano prevalso la follìa, o la malvagità. I suoi deliri religiosi, una tensione al dominio, lo spingono a considerare "cosa propria" le figlie, nel corpo e nella mente. Stella è interpretata da Denise Tantucci; stupita, confusa, ma ben decisa a porre fine al progetto del padre. Di questo film, dal ritmo molto lento. ho apprezzato la fotografia e la messa in scena; alla scarsa illuminazione della casa fa contrasto la luminosità malata dell'esterno, la quale a volte sfuma i contorni degli elementi in primo piano e nasconde quelli sullo sfondo. Non ho apprezzato la sceneggiatura; essa sembra scritta in funzione di ciò che si sceglie di mostrare a schermo e non viceversa. Stella agisce in maniera assolutamente non plausibile. Compresa la natura dell'inganno paterno, non cerca aiuto, non fa soccorrere le sorelle, nonostante sappia che esse sono in cattive condizioni fisiche; non evita lo scontro con il padre, uomo pericoloso; pur gravemente ferita, in epilogo, riprende il controllo dell'azione. Inoltre, vedendola aggirarsi in condizioni quanto meno "strane", nelle molto frequentate aree del "mondo esterno" prossime all'abitazione, non una persona cerca di aiutarla o si rivolge alle forze dell'ordine. Posso immaginare che si tratti di una scelta voluta, una stigmatizzazione dell'indifferenza della società moderna, ma così è troppo. Last but not least, i membri di questa famiglia non hanno parenti ? Nessuno cerca le tre sorelle, o la loro madre, che apprendiamo essere stata assassinata dall'uomo ? Purtroppo questo aspetto ha influenza negativa sulla godibilità del racconto, il cui inizio ricorda molto quello del film "Dogtooth" di Yorgos Lanthimos. Il sanguinoso epilogo è ampiamente prevedibile, e tutto ciò lascia amaro in bocca, nonostante le buone e condivisibili intenzioni e le interessanti scelte in ambito di fotografia. 

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