Anita ha sedici anni e sta fronteggiando una situazione famigliare difficile. Sua madre è morta di leucemia e ora anche il padre Jacopo si è ammalato: nessuna terapia sta dando risultati significativi, la necessità di un trapianto di midollo osseo è sempre più urgente, ma l'attesa media per un donatore è di diversi mesi. Anita non è compatibile e non lo è neppure Tonino, il nonno pastore che abita sull'altopiano vicino, accanto a un poligono militare che nel bene e nel male segna la vita del territorio da decine di anni. Ci sarebbe lo zio Gaetano, fratello maggiore di Jacopo: la probabilità che lui sia compatibile è più alta, ma Gaetano abita lontano ed è una persona su cui non si può fare affidamento, una testa calda che riesce a stento a mantenere la moglie e i figli rivendendo ferraglia che trova abbandonata nelle campagne. Lui e Jacopo non si vedono né si parlano da anni, divisi da un antico rancore che non sembrano intenzionati a dimenticare. Gaetano sembra inavvicinabile, anche per suo padre Tonino. Ma il carattere ribelle e un po' folle di Anita riesce a scalfirne la corazza, ricucire in parte quell'antico strappo e convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di Jacopo.
I dialoghi, anche quelli in italiano, risultano abbastanza incomprensibili; non parliamo poi di quelli in dialetto. La regia è sonnacchiosa. Gli attori sono comunque bravi, in particolar modo la Stassi.
Si sfiora il capolavoro. A partire dall'ottima fotografia, ma assai rilevanti tutte le componenti:interpretazione, montaggio e musiche. Un dramma trattato con ironia e senza fronzoli da un grande regista.
Proprio un bel film, ambientato in una Sardegna rurale dura e selvaggia come i suoi abitanti, sullo sfondo di una tragedia familiare dovuta all'avvelenamento del territorio causato dalle esercitazioni militari. Brava (e bella) la protagonista, bravi anche gli altri attori e ottima la regia.
Bel film ambientato nella Sardegna profonda e pastorale avvelenata dalle basi militari. Si regge essenzialmente sul talento registico di Mario Piredda e quello interpretativo della giovane e vulcanica Anita/Nora Stassi entrambi all'esordio. Da vedere.
Bel film ambientato nella Sardegna profonda e pastorale avvelenata dalle basi militari. Si regge essenzialmente sul talento registico di Mario Piredda e quello interpretativo della giovane e vulcanica Anita/Nora Stassi entrambi all'esordio. Da vedere.
“L’agnello” è un ritratto fedele di un’altra Sardegna che nessuno ci racconta più. Dietro la ruvidezza di un dramma familiare si palesa la storia recente di una terra martoriata dalla mancanza di lavoro e dalla presenza silenziosa ma letale di basi militari. Anita è una ragazza determinata nel salvare il padre Jacopo dalla leucemia, dopo aver perso la… leggi tutto
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - ALICE NELLA CITTÀ - CONCORSO - OPERA PRIMA
Anita è una diciassettenne sarda che vive in una famiglia semplice dedita alla pastorizia ovicaprina.
Ma al padre, da tempo affetto da problemi di salute, viene diagnosticata una forma di leucemia che non gli fornisce scampo, se non con un trapianto.
Peccato che i tempi per una donazione di midollo… leggi tutto
Una diciasettenne vive col padre colpito da una forma grave di leucemia. Un’esistenza difficile la loro. Da una parte, la chemioterapia di Jacopo e i suoi effetti devastanti, dall’altra, Anita che non accetta la sofferenza del padre e che odia le servitù militari ritenendole responsabili, prima della morte della madre e poi della stessa malattia del padre.
Ma Anita…
Una settimana con due sole nuove uscite. Avrebbe dovuto uscire anche il titolo Disney/Pixar Onward, ma l'uscita è stata all'ultimo momento posticipata al 19 agosto.
“L’agnello” è un ritratto fedele di un’altra Sardegna che nessuno ci racconta più. Dietro la ruvidezza di un dramma familiare si palesa la storia recente di una terra martoriata dalla mancanza di lavoro e dalla presenza silenziosa ma letale di basi militari. Anita è una ragazza determinata nel salvare il padre Jacopo dalla leucemia, dopo aver perso la…
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Anita è una diciassettenne sarda che vive in una famiglia semplice dedita alla pastorizia ovicaprina.
Ma al padre, da tempo affetto da problemi di salute, viene diagnosticata una forma di leucemia che non gli fornisce scampo, se non con un trapianto.
Peccato che i tempi per una donazione di midollo…
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Commenti (8) vedi tutti
Lento e con qualche scena di troppo ma interessante, con questi paesaggi brulli e desolati, l'atmosfera cupa. Brava la giovane protagonista
commento di Artemisia1593I dialoghi, anche quelli in italiano, risultano abbastanza incomprensibili; non parliamo poi di quelli in dialetto. La regia è sonnacchiosa. Gli attori sono comunque bravi, in particolar modo la Stassi.
commento di gruvierazSi sfiora il capolavoro. A partire dall'ottima fotografia, ma assai rilevanti tutte le componenti:interpretazione, montaggio e musiche. Un dramma trattato con ironia e senza fronzoli da un grande regista.
commento di iroProprio un bel film, ambientato in una Sardegna rurale dura e selvaggia come i suoi abitanti, sullo sfondo di una tragedia familiare dovuta all'avvelenamento del territorio causato dalle esercitazioni militari. Brava (e bella) la protagonista, bravi anche gli altri attori e ottima la regia.
commento di corradopFilm duretto ma bene Interpretato : brava la giovane Protagonista.voto.6.
commento di chribio1Un buon film,duro e spietato in una Sardegna meridionale con vasto territorio in mano ai militari e con problemi familiari quasi insanabili.
commento di ezioBel film ambientato nella Sardegna profonda e pastorale avvelenata dalle basi militari. Si regge essenzialmente sul talento registico di Mario Piredda e quello interpretativo della giovane e vulcanica Anita/Nora Stassi entrambi all'esordio. Da vedere.
commento di bombo1Bel film ambientato nella Sardegna profonda e pastorale avvelenata dalle basi militari. Si regge essenzialmente sul talento registico di Mario Piredda e quello interpretativo della giovane e vulcanica Anita/Nora Stassi entrambi all'esordio. Da vedere.
commento di bombo1