Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Agatha Christie nell'era del digitale
La seconda riduzione di un romanzo di Agatha Christie da parte di Kenneth Branagh ci offre quel che ci aspettavamo dal regista britannico. Consumato attore Shakespeariano che non resiste alle tentazioni narcisistiche (ve lo ricordate quando, nei panni del dottor Frankenstein, conduceva l'esperimento finale a torso nudo?) Branagh è comunque regista sensibile e competente, che ha saputo spaziare in generi tanto diversi come il teatro Shakespeariano e il film di super eroi (Thor) aggiungendovi un tocco personale, e questo film non fa eccezione: il suo Poirot, per quanto compiaciuto di sé (anche se poi attraverso le battute dei comprimari cerca vanamente di fare autocritica) rivela lati umani che lo fanno apprezzare anche come persona, e da questo punto di vista il finale è azzeccato. Peccato per l'uso eccessivo del digitale nella ricostruzione degli ambienti, che inevitabilmente smorza il fascino di un'atmosfera d'epoca. Non diremo nulla della sceneggiatura, comunque basata su un libro della Christie, dalla soluzione decisamente implausible (chi ardirebbe mai un simile piano?) Bravi e ben scelti gli altri interpreti. Insomma, un film che nonostante i suoi difetti non rende un cattivo servizio al romanzo da cui è tratto e che tutto sommato merita la sufficienza.
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