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6 Underground

Regia di Michael Bay vedi scheda film

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La recensione su 6 Underground

di YellowBastard
4 stelle

 

10-word movie review: 6 Underground

 

Distribuito da Netflix con l’intenzione abbastanza scontata di dar vita a un nuovo franchise con protagonista Ryan Reynolds (si era parlato addirittura di otto pellicole ma, personalmenete, ritengo abbastanza improbabile anche un secondo capitolo) con 6 Underground il regista Michael Bay torna prepotentemente aLl’action più puro, simile sotto diversi aspetti agli ultimi Fast & Furios ma ancora più eccessivo nello stile, gettando immediatamente lo spettatore in media res con un inseguimento mozzafiato per le strade di Firenze tra stunt spettacolari e pirotecniche esplosioni, totalmente incurante delle sue bellezze o insensibile alla sua storia centenaria degradata invece a un puro esercizio di stile, in una sequenza iniziale che vuole essere una dichiarazione d’intenti per il proseguo della pellicola.

 

Peccato che tutto il resto non solo non si dimostra altrettanto sbalorditivo ma si rivela al contrario un polpettone indigesto di più di due ore, spesso incoerente nelle sue discrepanze narrative che lo rendono a volte indecifrabile per il pubblico, ma anche poco avvincente nella vicenda o nei suoi stessi protagonisti, lasciati spesso in balia di un edonismo estetico fin troppo fine a se stesso.

 

6 Underground, di Michael Bay. La recensione - Sentieri Selvaggi

 

Perfettamente coerente al suo soprannome Bayhem (sintesi tra il suo cognome e il termine mayhem, ovvero caos & distruzione) come ormai viene comunemente chiamato a Hollywood, 6 Underground si rivela un pastrocchio dei principali temi del genere thriller e d’azione, messi insieme senza una vera idea di base dagli sceneggiatori Poul Wernick & Rhett Reese (già autori di Deadpool e portati all’attenzione del regista dallo stesso Reynolds) con l’unico scopo di creare delle situazioni il più pirotecniche possibili da permettere all’estro di Bay di esprimersi senza eccessivo controllo (e con un certo compiacimento) come è riscontrabile dal solito numero folle di inquadrature (circa 7000 contro la media di 3000 di una qualsiasi altra pellicola), da promesse o premesse non mantenute (o che si esauriscono frettolosamente nell’arco di una singola scena) fino a un cast all-star che comprende Melanie Laurent oltre a Dave FrancoCorey HawkinsManuel Garcia-Rulfo e Ben Hardy, ma che da valore aggiunto del film si rivela invece come mero pretesto per un prodotto confezionato su misura per lo star-power del solo Ryan Reynolds.

 

Purtroppo , e nonostante le costanti trovate ad effetto (o che almeno vorrebbero essere tali), il film non riesce mai a elevarsi dalla mediocrità e/o a raggiungere quelle vette pomposamente annunciate dal prologo, o anche solo a rilanciarsi in un climax finale che, come per buona parte della pellicola, non viene quasi mai sfruttata a dovere.

 

6 Underground (2019) by Michael Bay — Cinematary

 

Perchè quello portato avanti da Bay è sì un caos sempre più articolato, apparentemente insensibile a qualsiasi logica semantica o cinematografica, e di continua destrutturazione dei toni ascrivibili in qualche modo ad azione, dramma o commedia, ma nel quale la logica perde continuamente di significato in favore invece di una forma (estetica), sempre più imperante, come anche la regia e il montagio come unico linguaggio (cinematografico) possibile.

Difficile quindi in un tale contesto per il pubblico distinguere tra spettacolo, frenesia e dramma, spesso avulsa a qualsiasi tipologia di racconto (che per Bay ha perso ormai di importanza) o a decifrare lo sviluppo logico di un racconto che è sempre meno cinema e sempre più un videoclip costruito su logiche (bayane) del cinema action e nel quale è proprio l’apparato narrativo, ancora/spesso obbligatorio in un’opera cinematografica, a marcare nella sua inutilità l’ossessione dionisica dell’immagine come unico elemento di interesse del “cinema” di Michael Bay.

 

E a trasformare quindi il possibile ritorno dei suoi “fantasmi” da possibile "prossimo evento cinematografico dell’anno" a "nuova terrificante minaccia".

 

VOTO: 4,5

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