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6 Underground

Regia di Michael Bay vedi scheda film

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La recensione su 6 Underground

di alan smithee
5 stelle

NETFLIX

Un giovane miliardario solitario e fattosi da sé e brillante autore di invenzioni ed innovazioni che ormai sono date per scontato nel mondo tecnologico che caratterizza ogni nostra fase del vivere quotidiano, si fa passare per morto ed assieme ad altri sei professionisti esperti numeri uno ognuno in un campo professionale, ugualmente dati ufficialmente per deceduti o dispersi, fonda una banda che si prefigge lo scopo di eliminare i personaggi più pericolosi e emblematici che minacciano la salvezza del pianeta.

Persone come spietati dittatori, aguzzini e trafficanti di anime che il mondo condanna all'unanimità, pur non potendo agire direttamente per la loro eliminazione.

La loro attenzione si concentra su uno spietato dittatore di uno Stato Mediorientale, la cui spietatezza di strategia appare così eccessiva da risultare quasi comica.

Michael Bay è incorreggibile, indifendibile, ma anche una certezza se si punta a spegnere il cervello e a godersi un marchingegno di sola azione ed adrenalina.

Per questo appare quasi inutile indignarsi se, per citare uno degli esempi più plateali, per lui l'Italia dei centri storici (in questo caso Firenze viene letteralmente messa a soqquadro da una spericolata corsa in macchina senza fine) risulta rappresentabile solo in quanto popolata da turisti utilizzati come birilli (e ci può anche stare) e suore dai talari svolazzanti.

Il re dello stereotipo e dell'adrenalina a pelle se ne frega, e prosegue imperterrito la sua strada tutta ostacoli ed accelerate, che si forgia di scene d'azione tecnicamente strepitose, di tipi tosti belli, intelligentissimi, onesti a fare da contraltare a cattivi così sadici da suscitare quasi simpatia.

E poi donne-virago sensualissime, truccatissime, discintissime e letali come quelle della migliore tradizione bondiana.

6 Underground (il settimo elemento, impersonato dal povero Dave Franco, viene sacrificato dopo il primo concitato inseguimento, ed omaggiato con un funerale privato dalla sua nuova famiglia di colleghi senza più una identità), si forgia di dialoghi deliranti ma anche spiritosi, spinti ed ironici (Reynolds che parla con la bella di turno spiegandole che la guardia del corpo del cattivo gli sta così addosso da averlo appena penetrato suo malgrado), che contribuiscono a rendere fragorosamente e ruffianamente spumeggiante lo spettacolo usa e getta, prerogativa da sempre di tutto (o quasi) il cinema del gradasso Bay.

Ryan Reynolds, memore dell'umorismo istrionico e scurrile espresso nei due Deadpool, appare come la più coerente scelta per impersonare un protagonista esagerato e sopra le righe che un Tom Cruise avrebbe probabilmente reso molto più insopportabile e politically correct.

Quanto alle donne, la regista ed attrice Melanie Laurent appare tosta e tonica molto più di quanto la sua gracile costituzione ed il suo etereo aspetto angelico siano apparentemente in grado di suggerire, ma la portoricana Adria Arjona sa tenerle testa come adeguato suo contraltare bruno.

Completano il cast l'atletico salterino e dinoccolato Ben Hardy, il sexy latino Manuel Garcia-Rulfo accostato per questioni di calcolatissimo contrasto carnale con la efebica Laurent, e l'imbattibile "occhio di falco" Corey Hawkins, killer ed ex soldato pluri-decorato dalla mira infallibile.

 

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