Regia di Antonio Manetti, Marco Manetti vedi scheda film
Un ladro mascherato agisce in maniera abile e beffarda; si fa chiamare Diabolik e l'ispettore Ginko farebbe di tutto pur di catturarlo. Quando Diabolik circuisce l'affascinante e facoltosa Eva Kant, Ginko riesce finalmente a sbatterlo in cella. Diabolik va così dritto alla ghigliottina...
A oltre mezzo secolo dal Diabolik di Mario Bava, datato 1968, sono i fratelli Manetti a rimettere le mani sul personaggio delle sorelle Giussani, e in particolare su due episodi della saga del ladro mascherato, che lo vedono alle prese con un grosso colpo, un'evasione praticamente impossibile e, soprattutto, con l'incontro con Eva Kant. Il paragone con il precedente film è inevitabile: difficile dire chi ne esca vincitore, soprattutto perché si parla di due pellicole distanti temporalmente, per mezzi e per contenuti, ma che comunque condividono il medesimo spirito esasperatamente fumettistico. Ed è naturalmente quella l'arma vincente di entrambi i Diabolik: complimenti ai Manetti, perciò, che mettono in scena due ore e un quarto di avventure mozzafiato, intrighi, colpi di scena e battute a effetto riuscendo a non sfigurare rispetto all'illustre predecessore. Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Serena Rossi, Roberto Citran e Claudia Gerini sono gli interpreti principali; il ritmo è buono nonostante la lunghezza del lavoro, l'azione diretta con mano sicura e i toni sono sufficientemente accattivanti. “Solo” un grande fumettone per lo schermo, certo, che però strizza l'occhio a un cinema di genere sempre più lontano per il pubblico (e per i produttori) nostrano e che raggiunge pienamente gli obiettivi prefissatisi. Sceneggiatura di Antonio Manetti, Marco Manetti e Michelangelo La Neve. 6,5/10.
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