Regia di Antonio Manetti, Marco Manetti vedi scheda film
L'immaginaria città di Clerville, capitale dell'omonimo stato di fantasia, è terrorizzata dalle azioni di uno scaltro e spietato ladro che si fa chiamare Diabolik e vive sotto falsa identità. Ginko, ispettore della polizia incaricato di assicurarlo alla giustizia, brancola nel buio. L'arrivo in città dell'ereditiera Lady Kant, con al seguito un gioiello di eccezionale valore, attira l'interesse di Diabolik, il quale entra in contatto con la donna, per rapinarla. Per nulla intimorita e rimanendone affascinata, Eva Kant, avvia con lui una relazione, affiscinandolo a sua volta. Diabolik ha la possibilità di condividere la propria pericolosa vita con una donna al suo livello, ma prima deve liberarla da una minaccia che le pende sulla testa. L'ispettore Ginko, nel frattempo, coglie una buona occasione per arrestarlo e farlo condannare a morte, liberando Clerville della sua presenza. Il "Diabolik" di Antonio e Marco Manetti trae ispirazione dal terzo volume dell'omonimo fumetto di grande successo, dedicato al personaggio creato negli anni '60 dalle milanesi sorelle Giussani. Non avendo letto più di un paio di albi, in vita mia, posso fare una valutazione molto semplice, che non tiene conto della fedeltà del film al cartaceo; nonostante alcuni giudizi negativi, sono rimasto relativamente soddisfatto. La vicenda narrata ha molti connotati del "noir"; il protagonista è un personaggio ombroso, del quale si ignorano origini e motivazioni, dedito al furto. Il suo scopo è fare ricchi bottini ai danni dei benestanti di Clerville, personaggi che ci sono presentati come poco gradevoli (ne è un esempio il viceministro Giorgio Caron); per raggiungere i suoi scopi Diabolik non esita ad uccidere, ma solo se non può farne a meno. Eva Kant è l'unica donna che può "tenergli testa"; vera e propria arrampicatrice sociale, giunge a Clerville dal Sudafrica dopo la morte misteriosa del marito, che l'aveva conosciuta in un night. Insofferente ai corteggiamenti, alle avances, al "viscidume" dei mediocri uomini con i quali entra in contatto, interessata all'intensità delle emozioni, più della ricchezza, che pure non disdegna, trova in Diabolik il compagno ideale e gli dimostra di essere degna di lui. Antagonista del ladro è l'ispettore Ginko. Egli fa del suo meglio per catturare Diabolik, ma non riesce, anche a causa della stoltezza altrui. Non sono di certo propri del "noir" l'epilogo, in questo caso favorevole al "cattivo" protagonista, e la scarsa verosimiglianza. Diabolik, di notevoli intelligenza e pazienza, può contare su una copertura costruita con incredibile cura, nonchè su una pletora di risorse non comuni. Rifugi segreti in vari luoghi della città, veicoli, travestimenti pronti all'uso, sostanze chimiche lo aiutano sia nel compimento delle imprese criminose, sia nel sottrarsi ai tentativi di cattura. La prima parte del film introduce i personaggi e racconta dell'incontro tra Diabolik ed Eva, al cui fascino è impossibile rimanere indifferenti. Elemento chiave della seconda parte è la realizzazione di un furto ai danni di una banca in una città vicina; ne sono raccontate con minuzia le fasi. In questa seconda parte il ritmo scende di molto, e, purtroppo, anche l'interesse ne risente. Le ambientazioni di Clerville sono ispirate alla Francia ed all'Italia degli anni '60. Eva Kant è molto ben intepretata da Miriam Leone; Diabolik da Luca Marinelli, che a mio parere offre una prestazione discreta - non mi sbilancio, non sapendo molto del suo omologo su carta - e l'ispettore Ginko dal posato Valerio Mastandrea. Breve apparizione per Claudia Gerini. Il film mi è piaciuto, ma senza farmi gridare al miracolo. E' un "noir" atipico, con molti elementi di fantasia, sostenuto da buone interpretazioni. Nulla posso scrivere circa la fedeltà al fumetto, poichè non ne ho conoscenza.
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