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L'incredibile storia de L'Isola delle Rose

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'incredibile storia de L'Isola delle Rose

di axe
7 stelle

Nel 1968, il giovane ingegnere bolognese Giorgio La Rosa, progettò e costruì una piattaforma nel Mare Adriatico, appena fuori dalle acque territoriali italiane, a largo di Rimini, cui fu dato nome "Isola Delle Rose". I primi abitanti dichiararono l'isola indipendente dalla vicina Italia, il cui governo, inizialmente sottovalutò l'evento, per poi, a fronte della possibilità di un riconoscimento ad opera della comunità internazionale, reagire con forza. Non riuscendo con le blandizie, il progetto dell'autoproclamato stato fu ostacolato con la forza. Ispirato, con una certa libertà, a fatti realmente accaduti, il film racconta di un eccentrico personaggio e del suo sogno. Giorgio Rosa, il protagonista, interpretato da un Elio Germano in particolare forma, per l'occasione recitante con accento emiliano, è, infatti, un sognatore. Il suo estro, connesso a capacità tecniche fuori dal comune, lo spinge, involontariamente ma spesso, nei guai con la legge, di cui percepisce i vincoli come un ostacolo alla propria libertà creativa. Per questo, e perchè motivato dalla possibilità di riallacciare un rapporto con la ex-compagna Gabriella, decide, insieme all'amico Maurizio, figlio del proprietario di un cantiere navale, di creare una nazione tutta sua, ove fosse libero da lacci e lacciuoli di normative e convenzioni. Il progetto ha successo, e l'"Isola delle Rose", grazie all'impegno dei suoi primi abitanti, un naufrago tuttofare, una barista ed il tedesco Neumann, disertore della Wehrmacht divenuto successivamente figura di rilievo nel mondo dei lidi romagnoli, diventa dapprima un approdo per festaioli e successivamente una prospettiva di libertà per chi non volesse più essere soggetto alla giurisdizione italiana e di altre nazioni. Il governo italiano non rimane a guardare. Il Presidente del Consiglio Giovanni Leone, sulla spinta del Vaticano e preoccupato dall'interesse delle istituzioni europee nella vicenda, ordina al Ministro dell'Interno Restivo di "risolvere il problema". I tentativi effettuati con le "buone" maniere - tra cui l'offerta di una contropartita materiale per Giorgio - falliscono; Restivo passa alle maniere forti, inviando una nave da guerra, fronteggiata dagli abitanti della piattaforma, cui si è aggiunta Gabriella, "riconquistata" dal protagonista. L'utopia "a pochi passi dai comunisti" cede alla forza, ma almeno ci si è provato. Nonostante la serietà degli argomenti trattati, il film ho toni da commedia. Le fasi della costruzione della piattaforma non hanno alcuna pretesa di realismo; satirica ed a tratti pungente la ricostruzione delle attività del governo italiano, con divertenti duetti tra i due politici, interpretati da Luca Zingaretti (Leone) e Fabrizio Bentivoglio (Restivo). Varie le ambientazioni; si va dagli ambienti della politica europea, la fredda Strasburgo, alle stanze del potere romane; dagli affollati e caotici lidi riminesi all'ambiente ristretto dell'isola artificiale. Il film inneggia alla libertà. L'intento è nobile, ma il regista evita di trattare l'argomento con spirito critico. Non parla, infatti, delle possibili conseguenze negative di una "mancanza di norme" : l'anarchia, e, quindi, la prevalenza del più forte sul più debole. Quest'ultimo elemento ritorna in forma di "politica estera". Il governo italiano, riconoscendo implicitamente la natura di Stato all'Isola Delle Rose, dichiara guerra e prevale militarmente. Così, nella finzione cinematrografica, l'Italia è la cattiva, ed i pacifici e sognatori abitanti della piattaforma, i buoni. Ma, nella realtà, sarebbe stato veramente così ? Questa critica non m'impedisce di valutare positivamente l'opera, che ho trovato divertente, ben interpretata e molto interessante. Mi ha consentito di scoprire una vicenda della nostra storia recente di cui ignoravo l'esistenza.

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