Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film
Nel 1968 (e quando, sennò?) Giorgio Rosa (Germano), fresco della laurea in ingegneria, progettò una piattaforma di 400 metri quadrati da collocare al largo della costa riminese, fuori dalla giurisdizione marittima italiana. Creò un vero e proprio staterello, con tanto di lingua (l’esperanto), moneta ed emissione di francobolli. Mentre a Strasburgo la questione circa la legittimità dell’indipendenza dell’isola veniva presa in seria considerazione dal consiglio della Nazioni, a Roma la faccenda non andò affatto giù all’allora ministro dell’Interno Franco Restivo (superbamente interpretato da Fabrizio Bentivoglio), che arrivò a scomodare una corazzata navale per abbattere l’isola. L’episodio rimane l’unica guerra di aggressione dell’intera storia della Repubblica Italiana (ma aspettiamo di vedere cosa potrebbero fare Salvini o la Meloni se dovessero andare al governo).
Sydney Sibilia smette di girare Smetto, per firmare il suo film migliore: un prodotto Netflix ben congegnato, interpretato con umorismo gentile e foga utopistica da un Elio Germano ancora una volta con accento bolognese (dopo Volevo nascondermi) e aiutato da una sottotrama rosa che, stavolta, non stona affatto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta