Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film
Giorgio Rosa, ingegnere bolognese bizzarro e ai margini della società, decide di costruire un'isola in acque internazionali e di fondare un proprio stato indipendente all'insegna della libertà. Accompagnato da un amico, egli riuscirà nell'intento attirando sin da subito l'attenzione di turisti e curiosi. I problemi inizieranno quando Giorgio dovrà fare i conti con lo stato e con le burocrazie. Il film inizia chiaramente con un'impostazione da commedia, che si protrae per la prima metà della pellicola. Fino a questo punto il film è piacevole e godibile, e riusciamo a chiudere un'occhio di fronte ai problemi di sceneggiatura che, seppur non particolarmente evidenti, sono comunque presenti. Nella seconda parte del film - quella che dovrebbe essere il clou della storia - iniziano a emergere i problemi. Il film di Sibilia inizia infatti a soffrire di poca credibilità, con personaggi assolutamente macchiettistici che sembrano rappresentare copie grottesche dei ruoli che realmente dovrebbero interpretare. In alcune scene si sprecano clichè narrativi ed esasperazioni di modelli di personaggi archetipici, che risultano totalmente fuori contesto e, soprattutto, fanno perdere coerenza interna a una commedia che ora sembra disperatamente voler suicidarsi diventando dramma sociale. In questa seconda parte la sceneggiatura è meno stabile di un lavoro da precario, e i buchi che presenta stentano a entrare nelle dita di molte mani. Un peccato, data la buona premessa e una regia che riesce a seguire la narrazione in modo fluido senza particolari guizzi. Ottima la fotografia.
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