Regia di Jacques Feyder vedi scheda film
All’inizio sono due storie parallele: poco prima dello scoppio della grande guerra, un giornalista inglese viene infiltrato fra i rivoluzionari russi e una contessa fa la bella vita alla corte dello zar; poi la rivoluzione rimescola i loro destini e li fa incontrare. Melodramma allegramente insensato, dove l’aristocratica si accorge che è scoppiata la rivoluzione dal fatto che una mattina i camerieri non accorrono al suono del campanello e dove in piena foresta i due fuggiaschi pasteggiano con aragoste e brandy. Per la prima mezz’ora il ritmo è così concitato che si fatica a seguirlo; poi c’è un’alternanza ordinata di catture ed evasioni, mentre i comandanti di entrambe le parti fanno giustiziare torme di prigionieri e tutti gli altri si danno inspiegabilmente da fare per aiutare i nostri, anche a costo della propria vita. Peraltro anche come melodramma è un po’ bizzarro: per vedere il primo bacio bisogna aspettare più di un’ora. Ma è inutile rimarcarne i difetti: è un film costruito su misura della Dietrich, come quelli diretti da Sternberg; e lei non delude, statuaria, imponente, anche credibile come russa. Una versione in minore di L’imperatrice Caterina.
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