Regia di George Sherman vedi scheda film
Tra i primi western dalla parte degli indiani, con un ottimo Van Heflin. Da riscoprire assolutamente.
Jim Bridger (Van Heflin), è un cacciatore dell'esercito che conduce le trattative tra gli indiani Sioux e l'esercito statunitense, che vorrebbe costruire un nuovo forte nel territorio indiano.
Bridger è anche alla ricerca dell'assassino della moglie (indiana) e del figlio, barbaramente uccisi durante un incursione della milizia dei Volontari del Colorado guidati da Chivington.
E scoprirà che il colpevole è uno degli ufficiali arrivati da poco al nuovo forte..
Ispirato alle gesta di Jim Bridges e a vicende realmente accadute e documentate, un western ammirevole, tra i primi a schierarsi a favore dei Nativi Americani.
"Tomahawk" è un western che finalmente rende giustizia agli Indiani, esprimendo le loro ragioni e ritraendoli come guerrieri valorosi e di parola, privati ingiustamente delle loro terre dai bianchi. La figura del protagonista a tal proposito è molto significativa: Bridger conosce e stima gli Indiani forse più del suo popolo; è un bianco che ha sposato una donna indiana e se l'è vista uccidere da una banda di macellai che volevano "ripulire" l'Ovest dai pellerossa.
L'adesione al punto di vista dei pellerossa è quindi in questo film totale e sincera, un po' come ne "L'amante indiana", uscito l'anno prima, e fa di "Tomahawk" uno dei western più coraggiosi del periodo.
George Sherman dirige con mano sicura e sfrutta con abilità le belle ambientazioni naturali, splendidamente fotografate da Charles P. Boyle.
Il film di per sé non è esente da qualche ingenuità e da piccole pecche; ma si tratta comunque di particolari del tutto trascurabili che non alterano la visione complessiva del film.
Bella prova di Van Heflin, grande attore che ebbe purtroppo meno fortuna e notorietà di altri suoi colleghi e che oggi è troppo spesso dimenticato.
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