Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Clint Eastwood torna dalle parti di "Sully", con il suo nuovo film, abbandonando le lunghe strade percorse con sguardo intimista dal vecchio Earl "the mule" Stone, nel lavoro che tutti hanno riconosciuto come il testamento umano del vecchio pistolero, per concentrarsi, stavolta, su una storia di ordinario eroismo civile.
Come Chesley Sullenberger eroe dei cieli e dei fiumi, anche Richard Jewell, protagonista della sua ultima fatica, è un eroe americano che ha messo a rischio la propria incolumità per salvare la vita altrui. Richard Jewell è un eroe di terra sulla quale è ben piantato, ancorato da un peso eccessivo e da sogni volati in alto ed, infine, infranti al suolo per mancanza di fortuna e per un'interpretazione puntigliosa dei dogmi dell'ordine sociale. È una persona tutt'altro che semplice Richard Jewell, diciamolo pure, un perdente, secondo le logiche della società americana, uno che ha combinato ben poco nella vita. Non ha il pedigree di Sully insomma. Non pilota un aereo di linea. Non ha una bella casa a New York e a trent'anni vive ancora con la madre, incapace di tenersi un lavoro e di farsi una famiglia. Lui, per inciso, si considera un poliziotto ma è finito a fare da security guard ad una serie di eventi collaterali alle Olimpiadi di Atlanta, quelle che incoronarono Michael Johnson eroe nazionale inarrivabile. Un modello, l'atleta, che stride con la lentezza pachidermica di Richard, figlio dei fast food e potenziale "vita al limite" per la circonferenza dei pantaloni e per il fiato corto che gli resta dopo una rampa di scale. Ma il giorno in cui un bombarolo mette uno zaino pieno di chiodi vicino ad una panca nel parco, dov'è in corso un concerto, Richard c'è, pronto all'appuntamento con la storia, e dà l'allarme in tempo per ridurre al minimo i danni dell'esplosione. Alla fine si conta un morto e tanti feriti ma poteva andare molto peggio senza Richard a sbraitare a tutti di andarsene e allontanarsi dall'ordigno. Diventa un eroe nazionale, Richard Jewell, ma dopo tre giorni trapela sulla stampa locale che l'F.B.I. sta lavorando su di lui. La stampa lo condanna a un calvario lungo mesi, periodo nel quale egli cade più volte sotto il peso di un sistema che elargisce e toglie a piacimento trasformando l'uomo senza macchia in vittima di infondato disprezzo. Richard si rialza grazie all'appoggio della madre e del cireneo che ne porta la croce, un avvocato che lo difende, mosso a pietà dalla situazione in cui versa e dalla strana inedia che si respira nel suo studio, incomprensibilmente vuoto, in un paese dove gli avvocati fanno a gara con gli strizzacervelli per il numero di parcelle emesse.
Clint Eastwood non inventa nulla di nuovo. La sintassi filmica è quella classica: un prologo ambientato dieci anni prima dell'evento che serve ad introdurre i personaggi, il fatto con le sue conseguenze ed infine l'epilogo che chiude definitivamente la questione a pochi anni dalla conclusione delle olimpiadi. Se il racconto è lineare, tuttavia, la storia è raccontata con grande maestria e nonostante qualche eccesso nella raffigurazione della giornalista (Olivia Wilde) il tono è misurato quanto il carattere pacifico del suo protagonista che crede nella giustizia a prescindere, nonostante l'accanimento dei federali nei suoi confronti, specie quando è lampante che la traccia seguita non porterà a nulla.
Tramite il suo ingenuo personaggio Eastwood assolvere l'operato degli agenti, che non possono e non devono venire meno al loro dovere tralasciando ogni pista investigativa, salvo esprimere il proprio biasimo tramite le accorate parole di Richard che chiede, finalmente risoluto, di far cadere ogni accusa in mancanza di prove. Eastwood invece non fa nulla per nascondere il disprezzo per la stampa che al dovere di cronaca ha innalzato sul proprio altare il breve orgasmo di uno scoop.
Nell'ingrato compito dell'imbambolato protagonista spicca Paul Walter Hauser mentre Kathy Bates fa valere gli anni e l'esperienza di attrice davanti ai microfoni della stampa e piagnucolando per i "tupperware" barbarizzati dagli agenti federali. Nel ruolo dell'avvocato depresso e rivitalizzato dal caso ritroviamo il sempre affidabile Sam Rockwell.
Amarezza e malinconia ci accompagnano verso il finale mentre nell'immacolata uniforme blu da poliziotto si rispecchiano i sogni di Richard, tornati, finalmente, a librarsi nell'aria e a solcare i cieli eterei di Chesley Sullenberger.
Cinemalcastello - Castello di Romeo - Montecchio Maggiore (VI)
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