Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
" to protect and to serve"
Ennesimo biopic raccontato da Eastwood con il respiro di un grande classico e con una regia puntuale negli stacchi e nelle dissolvenze, utilizzando anche filmati di repertorio. La storia di Richard Jewell, uomo che limitò i danni di una bomba esplosa ad un concerto durante le olimpiadi di Atlanta del 1996, e per questo perseguitato dai federali che invece non avendo altre piste da seguire lo accusarono di aver organizzato tutto per un po' di gloria, è filtrata dallo sguardo avaro di sfumature di Eastwood, che restituisce al pubblico l'innocenza ed il candore di chi cresce ai piedi della bandiera a stelle strisce ed è incapace di credere al male. Il giovanottone georgiano è davvero troppo ingenuo nell'idealizzare le forze di polizia e con esse il concetto di sicurezza e protezione dell'individuo, quasi da far credere che ci sia tutto con la testa.
Dal lato opposto il governo non ne esce benissimo, reo di ottusa persecuzione ed incapace di leggere le situazioni, così come i media, rappresentati nel film dalla meschina giornalista interpretata da Olivia Wilde, colpevoli di vomitare addosso a gente comune il peso di accuse troppo pesanti da portare.
La caratterizzazione del protagonista però è un po' stucchevole, chissà quanto questo aspetto sia invenzione di Clint o quanto invece risponda al vero. Fatto sta che il migliore è Sam Rockwell nei panni dell'avvocato Watson Bryant, che assunse la difesa del caso.
Sicuramente degli ultimi biopic di Eastwood è uno dei meno riusciti ( dopo "Attacco al treno" che resta il suo lavoro più debole ), ma non per questo un brutto film, anzi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta