Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Eastwood torna dopo Sully a raccontare una storia vera di un “eroe per caso” che si trova, dopo l'acclamazione iniziale, ingiustamente sotto accusa. Diretto con mano sicura, delinea, grazie all'azzeccato protagonista Paul Walter Hauser, un ritratto umano e rispettoso di un uomo ordinario ed imperfetto sottoposto a pressione eccezionale.
Clint Eastwood torna sul tema, già affrontato nel precedente Sully del 2016, della storia vera di un uomo comune che dimostra qualità eroiche trovandosi in un momento di grave pericolo (l'ammaraggio di emergenza di un aereo sull'Hudson nel primo caso, la scoperta di un ordigno esplosivo alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996) riuscendo a salvare la vita a molte persone, per poi trovarsi, dopo un'iniziale acclamazione da parte dei media, sotto inchiesta, accusato di aver messo in pericolo la vita dei passeggeri o, in questo caso, di essere un terrorista, di aver posizionato lui stesso l'ordigno esplosivo per poi attribuirsi il merito della sua scoperta.
Il bislacco e sovrappeso addetto alla sicurezza Jewell, il cui sogno di diventare un vero agente di polizia aveva portato nel passato ad adottare comportamenti inappropriati, in assenza di un vero colpevole diventa il fulcro dei sospetti dell'FBI, per via del suo eccentrico profilo personale, con motivazioni francamente debolissime (“vive ancora con la madre”). Proprio l'inconsistenza delle accuse, oltre ai metodi di indagine spregiudicati dell'agente Shaw (Jon Hamm), rende difficile difendersene, nonostante l'ostinato supporto dell'avvocato (Sam Rockwell), che ne ha apprezzato lo spirito di osservazione in un precedente impiego. Nel contempo gli spregiudicati media, dopo averlo esaltato come un eroe nei primissimi momenti, planano come avvoltoi per vivisezionare la sua esistenza alla ricerca dello scoop ad ogni costo, assediando la casa di Richard e mamma. Esemplificativo di questo atteggiamento predatorio è la reporter del Atlanta Journal-Constitution Kathy Scruggs (Olivia Wilde) alla spasmodica ricerca di sviluppi sconvolgenti da dare in pasto all'opinione pubblica prima dei concorrenti, disposta persino a concedere favori sessuali ad agenti per avere accesso a notizie inedite sull'inchiesta (la rappresentazione della Scruggs, nel frattempo deceduta, nel film ha suscitato diverse polemiche).
Eastwood dirige al solito con mano sicura e ricostruisce con efficacia la tensione delle sequenze della scoperta del borsone in cui era occultata la bomba e della precipitosa evacuazione dell'area del Centennial Park, in cui una folla festante era assembrata per assistere ad un concerto pre-olimpico, occasione in cui la perspicacia di Jewell permise di contenere il bilancio delle vittime a due morti, quando l'ordigno caricato di chiodi poteva fare una strage ben peggiore. E successivamente riesce a farci rivivere la discesa nell'incubo del protagonista e della madre Bobby (Kathy Bates), che passa dall'orgoglio per il suo “bambino” ammirato come eroe nazionale eroe a dover difendere la sua biancheria intima e i suoi tupperware dal sequestro giudiziario.
Molto azzeccato, per la vulnerabilità e la goffaggine che riesce ad infondere al suo personaggio, l'attore protagonista Paul Walter Hauser, molto somigliante simile al vero Jewell (che appare in un notiziario dell'epoca tramesso in tv) col suo fisico rotondo e lo sguardo straniato e deluso di chi, ammiratore reverenziale delle forze dell'ordine, si trova sotto la pressione schiacciante di un'indagine troppo più grande di lui, per aver compito con zelo il suo dovere. Un personaggio per certi aspetti buffo, quanto di più lontano dall'immaginario classico dell'eroe e molto più imperfetto del dignitoso capitano Sullenberg del film di tre anni fa, che all'occhio di alcuni poteva diventare persino oggetto di ridicolo, e che invece Hauser e Eastwood scelgono di trattare con grande rispetto, mostrandocene la perspicacia e l'intelligenza pur non occultandone le umane debolezze.
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