Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
È un Clint Eastwood più puro (e duro) che mai quello di Richard Jewell, senza sconti e senza riserve ci mostra un altra storia americana, Grande cinema e grandi interpreti.Clint Forever.
Vedere un film di Eastwood è immergersi nei luoghi sicuri della propria cinefilia, è come avere di fronte quel vecchio e burbero zio che ha sempre un aneddoto da raccontare.Con modi spicci e scevri d'inutili moralismi egli ci riporta ai vecchi miti del cinema, questa volta presentandoci un eroe infantile e pacioccone.Una sorta di "incel" ante litteram che cade nella rete del sospetto come in un romanzo kafkiano.
Come quel Richard Jewell che alle Olimpiadi di Atlanta del 96 sventò un attentato che salvò la vita a moltissime persone.Tuttavia il potere è una piovra dai mille tentacoli che non ci mette nulla ad incastrare il giovanottone incolpandolo del presunto attentato.
Questa vicenda da noi in Italia poco conosciuta è un occasione per ribadire la regola del sospetto e del dubbio che pervade un innocente come nel film "Sully". Con piglio patriotico la cinepresa mostra il lato oscuro del potere americano, qui annidato durante l'amministrazione di Bill Clinton. Seppur vi è il classico relativismo dell'americano conservatore che il regista non manca di sottolineare , vi è l'acuta e sferzante polemica contro poteri e istituzioni.Tuttavia la regia ha lo stile e l'eganza dei film migliori del sempreverde Eastwood , narrandoci l'ennesimo tassello della sua personalissima storia americana, senza obiezioni egli dirige con la secca consapevolezza di non guardare in faccia nessuno.L' energico Nonno Clint sceglie il corpulento Paul Walter Hauser come agnello sacrificale di una nazione sempre alla ricerca del "colpevole" ideale.Jewell incarna perfettamente lo spirito patriottico dell'americano medio ligio ai doveri della patria.La maestria del regista è tutta nel disegnare un personaggio aderente ai canoni di una "mediocrità "il cui motto è quello di rendere il mondo un "posto sicuro".Come già in "American Sniper" il cui protagonista aderiva ai simbolismi yankee per puro spirito conservativo, Jewell essendo un outsider aderisce a determinati ideali per sentirsi parte di un mondo che lo bullizza per il suo aspetto.
Nonostante ciò egli è caparbio nel rimanere fedele ai suoi principi, pur quando il paese che dovrebbe coccolarlo e proteggerlo gli volta le spalle.
RICHARD JEWELL nella filmografia di Eastwood si colloca dunque nello stesso spazio dei "Sully" o di "American Sniper" i cui protagonisti erano eroi che non incarnavano però lo spirito candido dell'outsider.
Un uomo praticamente infantile Jewell che ama incondizionatamente la mamma chioccia, interpretata superbamente da una Kathy Bates in stato di Grazia.
Una donna che dopo lo sgomento si ritrova a difendere strenuamente il figlio,tra lacrime compassionevoli e cure amorevoli la Bates rappresenta insieme al figlio il tratto più genuino e umano della pellicola.
Il grande Clint ci regala così un opera dai risvolti amari, dotata di classicismo ideologico, superba e schietta come solo i suoi film sanno essere.
Egli segue la narrativa libertaria e individualista che lo distingue da altri cineasti, senza paura egli mostra come l'aggressiva giornalista Kathy Scruggs si vende volgarmente in cambio di uno scoop.Non ha paura Clint di cadere nella controversia, usa la bionda Olivia Wilde per rappresentare uno spaccato esistente nella società, utilizza lo straordinario Sam Rockwell come suo alter ego, per lanciare i suoi messaggi all'insegna del politicamente scorretto.L' avvocato Watson (Sam Rockwell) , difensore di Jewell è una scheggia impazzita del sistema americano, è il classico personaggio che incarna l'animo più puro dell'Eastwood - pensiero.La sua è una figura forte e sfaccettata che funziona come deterrente nel sistema marcio del governo americano.Esemplare è la messa in scena dell'attentato e dei flashback che tormentano Jewell, in questa dolorosa parentesi s'innalza la figura libertaria dell'avvocato Watson, che contrasta l'ottusità e l'arroganza dell'agente Fbi interpretato da Jon Hamm.
Resteranno le accuse infondate e le prove inesistenti che scagioneranno Jewell, liberandolo dal sistema macchiavellico di cui egli è un servile ingranaggio.Il finale ci regala una sorta di riscatto "ad honorem" di un uomo normale, un eroe per caso con cui è impossibile non empatizzare, per il fondo di bonaria e ingenua umanità che lo contraddistingue.Un protagonista diverso dai "duri e puri" figli di Clint, più sensibile e umano per un ennesima perla cinematografica, ingiustamente snobbata agli Oscar.
Di questo ennesimo ed importante film resta la realistica e scorrevole scrittura, una mise en scene serrata e mai scontata ed una vena irresistibilmente polemica, ma sopratutto l'immortale e coriaceo animo americano del grande Clint Eastwood.
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