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Shakespeare in Love

Regia di John Madden vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shakespeare in Love

di jonas
4 stelle

Madden è solo un esecutore: la responsabilità dell’operazione spetta allo sceneggiatore Tom Stoppard, che prosegue la sua personalissima rivisitazione shakespeariana nel solco del precedente Rosencrantz e Guildenstern sono morti; ma, se quel film strizzava l’occhio a un pubblico intellettuale, questo è diretto anche a un target popolare e ha l’ambizione di soddisfare entrambi (appunto allo stesso modo dei drammi shakespeariani, che funzionano a livello spettacolare ma i cui significati sono oggetto di studio da parte dei critici letterari). Tale, per così dire, doppio gioco risulta profondamente irritante per la spregiudicata furbizia con cui è condotto: per es. la morte misteriosa di Marlowe è funzionale alla trama, ma vi è sottintesa anche un’allusione alle mille ipotesi che sono state fatte in proposito (era una spia, si è finto morto per scrivere sotto falso nome ecc.). Un aspetto ancora più fastidioso del film è l’ingenua idea che l’arte rispecchi meccanicamente la vita, senza nessuna mediazione. Shakespeare viene dipinto come un mezzo scemo, incapace di scrivere cose diverse da quelle che gli succedono: ecco quindi Romeo e Giulietta, ispirato a un suo amore contrastato; ecco una brunetta chiamata Rosalina, che nella tragedia è il nome del primo amore di Romeo, torna anche altrove (Pene d’amor perdute, Come vi piace) ed è probabilmente collegato al personaggio della dark lady nei Sonetti; ed ecco La dodicesima notte (alla fine si vede una penna che scrive una delle prime battute della commedia), la cui protagonista si chiama Viola come l’amata partita per l’America. In casi simili la situazione potrebbe essere salvata dagli attori, ma i due protagonisti sono insopportabilmente melensi; gli unici a salvarsi sono Judi Dench nel ruolo della regina Elisabetta e soprattutto Rupert Everett in quello di Marlowe.

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