Regia di John Dahl vedi scheda film
Lo ammetto e sarò sincero: se ho scelto di vedere quest'opera è solo per il "richiamo" di certi nomi illustri nel cast. Non che fossi del tutto disinteressato al tema, anzi. I film sul gioco esercitano sempre un discreto fascino. Solo, non avendolo mai provato e non conoscendone le regole, il mio timore era quello che la narrazione fosse troppo specifica e dettagliata, insomma per cultori e intenditori. Dopo averlo visto, posso dire che non è propriamente così, ma è comunque assai prossimo ad esserlo.
Il centro, il fulcro e invero pure il principale protagonista è il poker. Per il resto, ho avuto la netta sensazione che fosse un mero pretesto di contorno, tanto per giustificare il procedere da una partita all'altra. Non ho nulla in contrario a questo sentito omaggio. Infatti, ho scelto le quattro stelle invece delle tre, che sarebbero più vicine al mio giudizio. Questo perché devo comunque ammettere di non essermi mai annoiato, di avere addirittura riso in diverse occasioni, e di avere anzi seguito il gioco con un più che adeguato interesse. Non oso pertanto immaginare l'estasi degli appassionati...
Inoltre, dal mio punto di vista, la "baracca" (ossia la debolezza di una trama striminzita) è indubbiamente salvata dagli attori. A Matt Damon riconosco il merito di aver saputo interpretare Mike McDermott in modo disinvolto e credibile, un contributo senz'altro ben accetto nel preservare un buon coinvolgimento. Il problema è che tutti gli altri personaggi soffrono di una scrittura che si limita al minimo indispensabile, che non li approfondisce con la dovuta e necessaria profondità. E ciò è un vero peccato. Basta, per esempio, notare quanto Edward Norton (Lester 'Worm' Murphy), John Turturro (Joey Knish) e John Malkovich (Teddy KGB) siano assai superiori ai ruoli loro affidati: Edward Norton sembra divertirsi assai, è frizzante ed è in grado di rubare la scena agli altri (peccato sia sotto-utilizzato); a John Turturro bastano pochi istanti e un paio di frasi per distinguersi e restare scolpito nella memoria dello spettatore; il carisma di John Malkovich satura l'aria, fin quasi ad essere tangibile. Ordinaria recitazione, invece, da parte di Famke Janssen (Petra), Martin Landau (Abe Petrovsky) e Gretchen Mol (Jo). Quest'ultima attrice, in particolare, avrebbe meritato una parte più "espansa".
Consigliato senza esitazione agli amanti dei film sul gioco d'azzardo, specialmente il poker, in quanto presumo rappresenti una più che valida variante sul tema. Per tutti gli altri, fra i quali mi ascrivo pure io, rimane un discreto intrattenimento, senza infamie o lodi particolari. Voto: 3,5/5.
Mike McDermott frequenta la facoltà di legge, vive con la compagna di studi Jo ed è un grande appassionato di poker. Avendo perso tutto in una partita contro il terribile russo detto KGB, per vivere non gli resta che accettare di guidare un furgone. Nove mesi più tardi, Mike va al carcere ad accogliere l'amico Lester "Verme" Murphy, che ha appena finito di scontare la pena. Verme vuole subito ricominciare a giocare e coinvolge Mike, che invece aveva finalmente deciso di smettere...
Christopher Young ha composto senz'altro di meglio. Qui è sovente ridotto al silenzio, costretto in una dimensione solo discreta o poco più. Ma quando riesce a emergere, l'accompagnamento non è del tutto disprezzabile.
Una caratterizzazione più profonda e articolata di alcuni personaggi.
Non mi sento di criticarlo, perché ha gli attori giusti, ma soffre solo per una sceneggiatura non all'altezza.
Bisogna ammettere che riesce a rendere più interessante un altrimenti anonimo protagonista, Mike McDermott.
Ha una caratura debordante e, di conseguenza, i panni di Teddy KGB gli sono stretti.
Assai di talento, ben al di sopra del suo personaggio, Lester "Verme" Murphy. Avrebbe meritato più spazio.
Restituisce il possibile, ma la sua Jo rimane poco sfruttata.
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