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La sottile linea rossa

Regia di Terrence Malick vedi scheda film

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La recensione su La sottile linea rossa

di mm40
4 stelle

Gran baraccone: luminoso, spazioso, spettacolare, un frastuono assordante, eppure cosa rimane del circo bellico-naturalista de La sottile linea rossa? L'idea di avere assistito a un numero sfarzoso, roboante, di grande impatto visivo, ma dai contenuti men che poveri. L'uomo sta meglio allo stato di natura: fine. In questo film, purtroppo, non c'è assolutamente nient'altro. Nonostante i venti (!) anni occorsi a Malick per arrivare fin qui (il precedente I giorni del cielo risaliva al 1978: due decadi esatte sono passate da allora), nonostante il cast ultrastellare impiegato, nonostante i centosettanta minuti (tre ore scarse, in pratica) di durata e soprattutto nonostante le risapute ambizioni del regista, già capace di sviscerare una propria interessante (po)etica nei due precedenti lavori (l'esordio era La rabbia giovane del 1973, sicuramente il suo lungometraggio migliore). Malick ha saputo furbamente costruirsi addosso un enigmatico e carismatico personaggio, rifiutando le interviste sin dai tempi del debutto e vivendo una vita appartata, quanto più alla larga da Hollywood e dalla pubblicità mediatica; è forte il dubbio che, proprio per questa scelta affascinante, come autore sia sempre stato sopravvalutato. La sottile linea rossa adotta come stratagemma narrativo, in maniera sistematica (e perciò alla lunga prevedibile e fastidiosa), la voce fuori campo - oltrettutto perennemente sussurata, il che pian piano sfocia nel patetico - del flusso di pensieri del personaggio in scena: in pratica il regista non fa altro che ripetersi, ricalcando e amplificando lo stile adottato ne La rabbia giovane (in cui la voce era quella di Holly, la ragazza) e ne I giorni del cielo (in cui le voci erano quelle dei tre protagonisti centrali). Le continue inquadrature dal basso di alberi frondosi che si stagliano verso cieli azzurri e soleggiati (un'anticipazione chiara di The tree of life) dimostrano, d'altra parte, che Malick non evolverà granchè il suo stile neppure in futuro. Inoltre si nota qui una precisa volontà di suddividere sequenze di violenza e altre di quiete, scene di azione e altre di riflessione, manipolando - per quanto possibile - le emozioni del pubblico con il sentenzioso chiacchiericcio di sottofondo (di cui sopra), che ci ricorda per tre lunghissime ore come noi tutti siamo una cosa sola e contemporaneamente ciascuno di noi è il bene e il male, la luce e il buio e via dicendo. Un film cattolico. Tanto per meravigliarsi un po', ecco i nomi principali del cast (considerando che alcuni ruoli importanti come quelli di Mickey Rourke, Viggo Mortensen e Martin Sheen sono stati addirittura tagliati dalla versione finale): Sean Penn, Woody Harrelson, James Caviezel, Jared Leto, Nick Nolte, John C. Reilly, John Travolta, George Clooney, Ben Chaplin, John Cusack. Sceneggiatura di Malick da un romanzo di James Jones; Orso d'oro a Berlino. 5/10.

Sulla trama

1942, su un'isola sperduta nel Pacifico si combatte, Usa contro Giappone. La guerra è particolarmente maledetta poichè siamo nella più fitta giungla. Qualcuno diserta, qualcuno non capisce perchè si trovi lì, il malumore serpeggia; attorno, gli indigeni che proseguono la loro vita nella placida natura.

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Ultimi commenti

  1. MarcosFerreira
    di MarcosFerreira

    Credo che la sua analisi sul film si basi più su chi l'ha diretto e la sua carriera che sul contenuto.
    In un'opera cinematografica sono più importanti le premesse, gli attori, il regista o quello che alla fine ci comunica?
    Cedo che come diceva Mao non abbia nessuna importanza se il gatto è nero o bianco, l'importante è che catturi il topo.
    A mio modesto parere la critica di un film non può reggersi sulle presunte interpretazioni più o meno mistiche o fanatiche del regista.
    Parlando di contenuti, quello che lei riassume in un banale baraccone dove " L'uomo sta meglio allo stato di natura" mi verrebbe da dire stic..zi hai detto niente! ( che poi secondo me non è l'unico messaggio del film)
    Con il concetto che lei applica potremmo riassumere migliaia di opere letterarie con questo metodo. Dell'Odissea potremmo ad esempio dire: un'enorme tomo, ben scritto, scorrevole, paesaggistico ma che cosa ci dice? " L'uomo deve affrontare mille difficoltà per raggiungere la maturità fine.
    Mi sono permesso di vedere che tra le sue recensioni ha promosso a pieni voti un film come Kill Bill, sicuramente una pellicola di spessore ma mi scusi, anche se il genere è diverso,in termini di qualità cinematografica o di messaggio sociale cos'ha in più di Sottile linea Rossa da meritarsi 5 stelle contro le 2 con le quali lei giudica questo film ?
    Saluti

  2. mm40
    di mm40

    Grazie del retoricissimo (il pur onorevole 'lei' è abbastanza distante dalla regola di internet) commento, del quale condivido solamente la parola 'sticazzi' (perchè censurarsi?), ma che apprezzo proprio perchè mi consente di riflettere su quanto da me pensato, ragionato, espresso. Anzi, ce ne fossero di interventi contrariati eppure così garbati. Non mi metterò certo qui a confutare le parole di Mao o di Omero (contro i quali non mi pareva di avere alcun conto in sospeso, peraltro); però tengo a precisare che in Kill Bill, a suo modo 'gran baraccone' anch'esso, i contenuti non mancano (per dire le prime cose che mi vengono in mente: la vendetta può essere un'arte suprema; una donna non è certo da meno di un uomo; gli amici possono diventare i nostri peggiori nemici; il male che gli altri ci fanno può essere carburante per la nostra voglia di riscatto... etc.) e che in quanto a realizzazione tecnica/estetica Tarantino non è l'ultimo arrivato, soprattutto perchè qui: non ripete platealmente quanto detto nei precedenti film; non utilizza una superflua, fastidiosa voce fuori campo; dosa con cura e mescola azione e emozione, raggiungendo nel mix un proprio stile... A parità di gatti che catturano topi, per quanto mi riguarda, preferisco quello che lo fa meglio, senza farmi perdere tempo e senza vantarsi. Saluti.

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