Regia di Terrence Malick vedi scheda film
In tutta onestà, non riesco a capire in che cosa consista la grandezza di questo film (e di Malick in generale: l’unico a funzionare un po’ è La rabbia giovane). Mostra normali vicende di guerra, appesantendole notevolmente con le riflessioni mentali dei personaggi; il tutto, spalmato per quasi tre ore, produce un’inevitabile monotonia. Non vedo né un’idea del mondo né un peculiare sguardo cinematografico.
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"La sottile linea rossa" non è un film facile e di conseguenza non c'è niente di male se alcuni non l'hanno apprezzato come merita.Malik ci dà una staordinaria rappresentazione della dimensione interiore dell'uomo di fronte ad un evento sconvolgente come la guerra nel quale l'uomo perde inevitabilmente anche l'ultimo barlume di innocenza. Da questa convinzione nasce l'esigenza di un irrinunciabile sogno: ritornare allo stato di natura per riappropriarci di ciò che la storia ci ha sottratto: l'armonia con noi stessi e con il creato.Guadalcanal , l'isola del Pacifico in cui si consumò la battaglia ricordata dal regista non è stata scelta a caso. E' una striscia di terra che mai fino ad allora era stata violata nella sua verginità. Pertanto diventa simbolo dell'innocenza perduta e dell'impossibilità di recuperarla. Il destino dell'uomo per Malik è segnato: non ci sarà mai redenzione.
Ma aldilà delle espressioni filosofiche o il significato della stupidità (e brutalità) della guerra che il film dichiara in modo abbastanza palese , mi sembra abbastanza semplice farsi conquistare dalle immagini affascinanti e poetiche ; onestamente, mi pare difficile trovare altre opere che affrontano il tema della guerra in modo così visivamente straordinario.
Parafrasando Clemenceau, direi che la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla filmare a certi registi. E per una volta mi tocca dar ragione all'aborrito Farinotti: "Per non cadere nella stesura di un normale film di guerra (alla Soldato Ryan, per intenderci, e cosa ci sarebbe stato di male?) Malick traduce il pensiero dei soldati, dunque ecco discorsi astratti sul bene e sul male, sull'amore, sul destino, tutto questo in mezzo alle battaglie. Sfuma il sonoro ed ecco apparire una bionda angelica sull'altalena in un giardino fiorito, chiara reminiscenza della pace sognata. Tutto questo vale in letteratura, dove l'introspezione è il valore più importante, in questo film diventa un intoppo pretestuoso e fastidioso che rompe il filo del racconto e finisce per sfuocare tutti i registri". I messaggi che tu indichi ci sono, ma affogati in mezzo a un mare di chiacchiere; e ricorrere troppo spesso all'espediente di dar voce ai pensieri dei personaggi denota una certa incapacità di raccontare per immagini (veniva usato anche in La rabbia giovane, d'accordo, ma lì mi dava meno fastidio che in un film di guerra). Parlando in generale, per quanto mi riguarda Malick è uno che se la tira senza avere motivo per farlo: il primo film era buono, il secondo così così, al terzo pollice verso (il quarto non l'ho visto, ma mi conforta constatare che anche i fans cominciano ad accorgersi che non tutte le sue opere debbano essere necessariamente capolavori); però non è un buon segno azzeccare il film di esordio e poi andare calando, significa che si è esaurito in fretta ciò che si aveva da dire. E poi, allora, Welles cosa avrebbe dovuto fare? ritirarsi a vita privata dopo Quarto potere?
Quella sequenza a cui tu alludi è straordinaria e, cinematograficamente parlando, è girata in modo magistrale ; secondariamente i tuoi (come i miei) sono pensieri personali: a me in un film di guerra, le voci intimiste e riflessive dei personaggi non danno fastidio , specialmente se non sono banali.
Malick evita le secche del documentario rinunciando ad un'impersonale voce off e sceglie un registro più umano, ma questo a me non interessa perché il film mi mette emozioni che di rado altri mi hanno saputo regalare .
Per quanto riguarda la sua carriera , a differenza del mediocre Farinotti, il Mereghetti dà il massimo voto a LA SOTTILE LINEA ROSSA e LA RABBIA GIOVANE accostando il primo con l' accomodante e filoamericanissimo SALVATE IL SOLDATO RYAN dove mi viene da sorridere vedere Tom Hanks che rende onore ai caduti col saluto militare: più infantile di così !
Questo film, effettivamente nn è per tutti !
Infatti: sicuramente non è per me.
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