Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Ho già visto molte volte questo film e non mi stanco mai di rivisitarlo. Sono completamente d'accordo con la critica che lo definisce un capolavoro, giudizio confermato dalle tante opinioni espresse in tal senso. Io vorrei però parlarne staccandomi un pò dai soliti cliscè sulla denuncia degli orrori della guerra che credo ovvi e capaci solo di ingabbiarlo con giudizi di serie. Quello che il film mi ha comunicato è l'esaltazione della forza virile nel suo concetto più profondo: l'archetipo dell'essenza maschile (dello Yang, si potrebbe dire semplificando). Ciò che viene sottolineato nelle vicende, gradatamente, in crescendo, con brani di autentica poesia, è il coraggio virile nell'affrontare la paura di un evento che potrebbe essere definitivo, come la morte (che potrebbe significare anche, prima, mutilazioni orrende, evirazione, budella sparse sul terreno) e, nel contempo, il legame con le zone più profonde della sensibilità umana, le quali vorrebbero spaziare invece verso ambienti di appagante bellezza e quiete (la pace della natura, la donna lontana, il poter pensare al domani senza l'angoscia di qualche cosa che potrebbe definitivamente annullare ogni speranza). Il film mostra un sublimato dei principi tipicamente maschili di forza fisica, autocontrollo, disciplina, coraggio (ma anche intuito), qualità che, nel corso dei secoli, furono capaci di produrre milioni di invenzioni utili e di effettuare scoperte straordinarie, oltre gli orizzonti fisici e interiori; nel contempo, della sensibilità e del sentimento, altre qualità capaci di produrre pure, nei secoli, milioni di opere d'arte sublimi, vanto dell'intero genere umano. Doti che, incanalate saggiamente verso obiettivi diversi dalla guerra, permetterebbero ancora all'umanità di progredire ulteriormente.
La grandezza del film sta anche in questa proposta controcorrente in un'epoca di femminizzazione e vergognosa demonizzazione del maschile a tutti i livelli (attraverso giornali, tv, film, spot pubblicitari e pseudo intellettuali) intentata dagli araldi dell'ideologia detta del "genere" (dai generi maschile e femminile) ormai fatta propria (senza alcun mandato) da CEE ed ONU. Tale ideologia non sa che farsene di capacità di rinnovamento e autorità maschile poichè esse si opporrebbero al progetto dell'individuo ermafrodita che abiterà il "luminoso mondo nuovo" che verrà, ormai incapace di contrastare l'abbattimento di freni morali ed etici ma in grado di vegetare nel paradiso artificiale del consumismo edonistico fine a se stesso. In quel paradiso non c'è posto per principi di forza ed autorità, poichè sarebbero controproducenti: l'individuo ermafrodita (cui maschi e femmine saranno ricondotti) come un pollo d'allevamento, mancando di spirito di rinnovamento ed autorità naturale, soggiacerà da perfetto idiota a ciò che dall'alto gli verrà propinato, tra cui giocattoli sempre più sofisticati e inutili! Una società femminilizzata di "cocch'e'mmamma sua", di "maschi pentiti" ed eunuchi del pensiero e dell'azione, deboli, imbelli e svirilizzati (basta però che consumino), incapaci ormai di correre dietro al fulmine per cercare di afferrarlo, smontarlo e vedere come sia fatto "dentro" e poi riprodurlo o di creare nuove frontiere (fisiche e interiori) con cui cimentarsi. L'inizio dell'involuzione della società umana.
E che vengano pure le femministe radicali che l'ideologia del genere l'hanno inventata, con tanto di pseudo-intellettuali eunuchi a rimorchio, a starnazzare contestando tali affermazioni.
Tutto l'opposto di quanto presente in questo film di struggente bellezza che pare quasi un epitaffio alla forza virile in tutti i suoi aspetti migliori, minata da decenni di mistificante pestaggio mediatico. Per me, dopo "2001, Odissea nello spazio" è il film più bello che abbia visto; certamente quello che più mi sia piaciuto in questo primo scorcio del nuovo secolo. Voto:10/10 quale opera d'arte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta