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La sottile linea rossa

Regia di Terrence Malick vedi scheda film

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La recensione su La sottile linea rossa

di steno79
10 stelle

"La sottile linea rossa" è un'opera che merita di essere inserita tra le più importanti degli anni '90, decisamente originale e unica nel genere del war-movie (un film di guerra dalle evidenti ambizioni filosofiche e metafisiche), con sequenze di grande intensità, una regia coinvolgente del redivivo Malick tornato al cinema dopo un silenzio di vent'anni e una musica stupenda di Hans Zimmer, di grande forza emotiva. Anche il cast di impianto corale con la presenza di molti divi funziona davvero bene (i migliori risultano probabilmente gli attori che hanno più spazio come Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte e Ben Chaplin, mentre risultano piuttosto inutili alcuni brevi cameo, soprattutto quelli di John Travolta o George Clooney), accompagnati dalla presenza incessante delle voci fuori campo di diversi personaggi che recitano preghiere, si interrogano sul senso della vita, la natura dell'Amore e la degenerazione dell'Uomo nel mezzo del conflitto bellico. La voce off può apparire troppo sentenziosa ad una parte del pubblico e della critica, ma è proprio in essa che risiede l'originalità dello stile del regista che riesce a creare un dialogo privilegiato con lo spettatore permettendogli di accedere in questo modo all'intimità dei personaggi. Il pathos della lunga sequenza dell'attacco americano alle postazioni giapponesi raggiunge livelli che raramente erano stati toccati nell'ambito del cinema di guerra e, pur non essendoci una "trama" intesa in senso tradizionale, il film si fa seguire tenendo desta la partecipazione del pubblico ed evitando accuratamente il pericolo della noia. Cinema spiritualista che riflette sul destino dell'Uomo e si rivolge al suo Creatore in forma di preghiera, un pò come fece Tarkovsky nel suo ultimo film "Sacrificio", è molto simile a The tree of life nella concezione e nel disegno della regia, risultando meno sperimentale ed estremo nella sua visionarietà e, in definitiva, probabilmente più maturo. Malick non sceglie quasi mai soluzioni accomodanti (forse solo i rapidi flash in cui il soldato Bell ripensa alla moglie risultano troppo idealizzati), destabilizza le convenzioni del genere bellico e può contare su una suprema abilità nel riprendere la Natura e il paesaggio dell'isola di Guadalcanal. 7 nomination di stima all'Oscar , ma nessuna statuetta ed accoglienze della critica piuttosto discordanti alla sua uscita, anche se non mancò chi ne riconobbe subito la grandezza, come il regista Martin Scorsese che lo inserì al secondo posto fra i migliori degli anni Novanta.

voto 10/10

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