Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
L’ultimo film di Dreyer è un dramma da camera di impianto rigidamente teatrale (personaggi e situazioni rimandano a Ibsen, quasi tutte le scene sono in interni) i cui personaggi parlano pacatamente, con gesti misurati, ma covano il fuoco sotto la cenere. Gertrud è una donna forte alle prese con uomini moralmente inferiori a lei: un marito distante, avvocato con ambizioni politiche; un amante vanesio, giovane musicista; un ex fidanzato poeta, che dopo tanti anni la ama ancora e non riesce a rifugiarsi nella fama raggiunta. Degno di lei è soltanto l’amico del cuore (“un’amicizia che non si è mai trasformata in amore”, osserva lui, ma a giudicare dall’ultima scena deve esserci andata molto vicina), uno psichiatra a cui Gertrud, ormai vecchia e sola, traccia un bilancio della sua vita: l’amore e la giovinezza sono le uniche cose che hanno avuto importanza.
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