Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
Ultimo film di Dreyer : stroncato un pò da tutti alla sua uscita (anche in Italia da Grazzini), in seguito rivalutato e divenuto un classico riconosciuto del cinema mondiale. Film dalla struttura teatrale, molto lento nel ritmo, dall'andamento quasi ipnotico, ma di grande penetrazione psicologica : alcuni critici lo vedono come un precursore del cinema moderno, in particolare per l'uso del piano sequenza e di una scrittura filmica antispettacolare e concentrata sull'interiorità del personaggio. Gertrud è presente in quasi tutte le inquadrature: Nina Pens Rode è ammirevole nel restituirci la sua ricerca di un amore totalizzante, senza compromessi, e il regista la ritrae con indubbia simpatia e partecipazione emotiva. Al suo fianco gli uomini appaiono più deboli e meschini, ma Dreyer sa rappresentarli in termini ugualmente vividi e senza disprezzo. Se si cerca un semplice intrattenimento questo film potrà sembrare uno dei classici "mattoni", ma la sua natura in un certo senso sperimentale dovrebbe affascinare almeno gli spettatori più temerari. Ad una visione attenta, il film non risulterà noioso, ma coinvolgente e appassionante nel suo viaggio all'interno dell'anima del personaggio, che può essere definito certamente come il più memorabile (insieme alla Giovanna d'arco del film muto) del cinema di Dreyer. voto 9
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