Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
...la lentezza. A volte fastidiosa, a volte sinonimo stesso di pace, di una vita quieta, dignitosa e felice dove l'avere conta, ma non troppo. I gesti quotidiani spesso sempre simili, danno certezza più che inquietudine, danno stabilità al nostro essere sempre irrequieti ed insoddisfatti.
Molto bella la recensione di Peppe Comune!!
A mio avviso, tuttavia, viene trascurato in tutto quello che ho letto, il 'ritorno' di Johannes.
Penso sia un'altra chiave di volta di tutto il film.
Johannes è praticamente 'posseduto'. In realtà non è lui a parlare, ma Gesù. Ogni frase è profetica e si rivela, nostro e loro malgrado, verità.
Ma Dio non può agire attraverso Johannes, superando la volonta dell'uomo di cui governa movenze e pensieri. Johannes si è rifugiato, si è lasciato conquistare da Dio abbandonando se stesso, abbandonandosi alla Verità più pura.
Ed è per questo che, nonostante la piena volontà di 'Gesù' vi è il fallimento e la caduta. Gesù abbandona Johannes per dare di nuovo all'uomo il potere ed il controllo. Una sorta di catarsi che porta Johannes a trovare un equilibrio ontologico fra il corpo e l'anima. Un equilibrio che lo renderà più forte di prima, ma che non vuole essere dimostrativo. La sconfinata e dolce fiducia della nipotina, che lo ha sempre visto allo stesso modo per tutto il tempo, gli consentirà di agire.
Per di più, come spesso accade a noi uomini, non ci rendiamo conto delle persone che ci stanno attorno e della luce divina che illumina alcune di loro ed alcune di loro più di altre e soprattutto nel tempo quest'incapacità di 'vedere' ha portato gli uomini a dividersi su ciò che invece avrebbe dovuto unirlli. Ciascuno interpreta a suo modo non solo ciò che vede, ma anche ciò che è stato, quanto dovrebbe essere considerato un evento storico 'certo', come la vita e l'esempio di Gesù.
La memoria dell'uomo è breve e viene spesso alterata.
Johannes risveglierà nell'uomo questa coscienza ormai sedimentata in strati e modalità diverse per darlgi nuova linfa, una nuovo corso, che dia a tutti gli uomini la medesima visione delle cose, una visione unitaria che porti pace fra tutti a dispetto dell'umile e fallace pensiero dei singoli.
Davvero film commovente ed eccelso con alcune scenografie di purezza 'divina' dove il bianco ricorda il paradiso e l'infinita pace della nostra vita ultraterrenza che ci attende.
Unico neo... ma è stato scelto così, la lentezza. A volte fastidiosa, a volte sinonimo stesso di pace, di una vita quieta, dignitosa e felice dove l'avere conta, ma non troppo. I gesti quotidiani spesso sempre simili, danno certezza più che inquietudine, danno stabilità al nostro essere sempre irrequieti ed insoddisfatti.
I paesaggi straripanti di fasci d'erba e privi di riferimenti, che si stagliano contro il cielo, la lentezza della carrozza, l'armonia che si respira... viene voglia di buttarsi in questi prati e di rotolarvisi all'infinito!
Speriamo che una terminato l'inferno attuale....
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta