Regia di Giorgio Romano vedi scheda film
Una banconota da 5 euro passa di mano in mano fra personaggi sopra le righe che si aggirano per Riccione durante una calda estate.
Il sospetto, e forte, è che Riccione sia un’operazione espressamente architettata per far parlare di sé, qualcosa che di cinematografico non ha volutamente nulla, né in generale di artistico e che assomma una serie di personaggi e personaggetti del web più o meno noti (e più o meno discutibili) in modo da raggiungere la massima popolarità nel minor tempo possibile. Se queste fossero state le fondamenta del mediometraggio diretto da Giorgio Romano, già regista di qualche produzione televisiva, almeno ci sarebbe una qualche logica dietro al progetto; altrimenti risulterebbe davvero difficile spiegare come sia stato possibile mettere in piedi un’operina tanto striminzita, squinternata e pure sbagliata, visto che la sceneggiatura di Andrea Panciroli, Federica D’Ignoti ed Emanuele Pantano calca ripetutamente la mano su stereotipi oggi facilmente liquidabili con gli aggettivi ‘sessisti’ e ‘omofobi’, in verità semplicemente antiquati e certo qui non stigmatizzati in maniera sufficientemente chiara. Riccione, se pure fosse quel tipo di progetto descritto in apertura, ha comunque fallito miserabilmente: nonostante la diffusione immediata, nel corso dell’estate 2019, su Youtube, e nonostante la complicità della Rai, del Comune di Riccione e di numerosi sponsor ben in evidenza durante il film, non ha ottenuto l’attenzione pronosticata ed è stato – giustamente, non che gli autori si potessero aspettare altro – stroncato dalle critiche. In realtà i momenti divertenti, qua e là, ci sono e una risata ogni tanto il lavoro riesce a strapparla; certo però che si tratta davvero di pochetto in un simile marasma di amenità, luoghi comuni e battutacce. Fra gli interpreti: Valentina Vignali, Andrea Panciroli (il Pancio), Enzuccio, Gli autogol, Ludovica Pagani ed Enzo Salvi nei panni del solito fattone irrimediabile. 1,5/10.
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