Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Tono sbandato e atmosfera grottesca non salvano un prodotto che solo i feticisti del genere troveranno godibile per l'intera durata. La cronaca, benché frizzante, non basta se poi tutto si risolve in un parolaio un po' vuoto.
È possibile fare un film su un paio di imbecilli che si fanno di qualsiasi cosa sempre e comunque e spendono e spandono senza pensieri come se fossero dei multimiliardari? Evidentemente sì e per la prima mezz’ora un prodotto del genere potrà anche strappare qualche risata, soprattutto grazie alla regia di per sé ineccepibile e anzi sprecata, all’uso del colore, al generale tono sbandato e a quell’atmosfera grottesca che riesce spesso a trovare una sua dignità. Bisognerà però essere dei feticisti del genere per poter trovare godibile un simile guazzabuglio per la sua intera durata. La cronaca, per quanto frizzante e occasionalmente divertente, non basta se poi si risolve tutto in un parolaio e se le riflessioni, ammesso che così si possano chiamare, sui sessantottini innocenti, con annessa la solita solfa sul fiasco del sogno americano, sono tanto superficiali e approssimative da far rimpiangere le meditazioni di altri fattoni ben più noti. Inoltre lo schema di base viene ben presto a noia: uno dei due è strafatto e l’altro cerca di riportarlo alla ragione; poi è l’altro ad avere una crisi e il primo tenta di rimetterlo in piedi…e così via. Tanto più che i due tizi, a dispetto delle pretese finto-intellettuali, fanno di tutto per confermare la prima impressione, ovvero che trattasi di due cazzoni. Cazzoni tutt’altro che innocui, visto che non si fanno scrupoli ad aggredire qualsiasi poveraccio sia costretto ad avere a che fare con loro, incluse povere cameriere che giustamente reagiscono ad approcci tutt’altro che simpatici. Paradossalmente, così, un film che anelerebbe a farci schierare tutti con quei simpatici fattoni anticonformisti contro i poliziotti fascisti e stupidi, non fa che azzerare totalmente l’empatia potenziale dello spettatore verso il prototipo del personaggio libero, ribelle e anticonformista (almeno in apparenza). Il che qualcosa vorrà dire.
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