Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Quello che resta è un opera alla Gilliam densa e travolgente specchio di quegli anni che sta in piedi da sola senza additivi.
Prendendo il film per quello che è, chiaramente il regista non poteva che esaltare gli elementi lisergici da viaggio mentale prima che reale facendoci vedere cose che solo assumendo certe sostanze diventano minacciose e concrete. Il tutto funziona e anche bene tra derive sensoriali che esaltano il grottesco del nostro, il ritmo è serrato, non ci sono cali di tensione anche perché la roba tiene sempre svegli e quando ci si risveglia la realtà è peggiore di prima. Quest’ultima è sempre stimolata eccitata trasfigurata in un continuo eccesso senza fine che non sa che farsene della logica narrativa lineare. Il film non può che essere popolato da strane bestie che giocano con il cervello del protagonista e del suo avvocato che non si negano nulla nella Las Vegas dell’inizio dei settanta. Depp che ormai negli eccessi sembra sguazzare era l’unico attore possibile capace di mimetizzarsi con il giornalista, dal cui libro è tratto il film, suo amico personale e alter-ego cinematografico. Il protagonista viene inviato nella cittadina del Nevada a scrivere un articolo sulla gara motociclistica nella polvere del deserto, della quale il nostro si stufa presto volendo invece descrivere la fine di un utopia, la fine degli hippy. Il sogno americano si scontra con Nixon e il Vietnam la logica peace e love degli anni sessanta è andata a sbattere insieme alla morte dei Kennedy e alla violenza diffusa nel grande paese. Thompson non era per pace e amore si era buttato nella controcultura perché gli permetteva di provare tutte le droghe di mangiare o sniffare in continuazione. Il suo sguardo partiva dalla cronaca per allargarsi al quadro completo senza false pretese di oggettività esaltando il suo punto di vista per inquadrare le falle del sistema. Quello che manca è il cuore dello scrittore c’è il corpo abusato e violentato, c’è il film culto per i marginali ma manca l’analisi profonda dei figli dei fiori.
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