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Messaggero d'amore

Regia di Joseph Losey vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Messaggero d'amore

di angelina
10 stelle



" Bambino di polvere,i fiori profumati,
il cielo lucente e azzurro,la terra di velluto,
strano a dirsi,conducevano al riparo
che i tuoi passi audaci dovevano calpestare."
Emily Bronte


"Il passato è una terra straniera;fanno tutto in modo diverso laggiù.
Quando mi sono imbattuto nel diario,giaceva sul fondo di una scatola di cartone,rossa e piuttosto ammaccata,in cui da ragazzo tenevo i miei colletti di Eton.Qualcuno,forse mia madre,l'aveva riempita di tesori che risalivano a quel tempo.Mentre li tenevo in mano,per la prima volta dopo cinquant'anni,mi assalì il ricordo,tenue come la forza delle calamite,ma tuttavia chiaro,di quel che ciascuna aveva significato per me.Tra noi era intervenuto qualcosa:il piacere del riconoscimento,il brivido quasi mistico di averle possedute.Sensazioni che, a sessant'anni,mi facevano vergognare."
Leo Colston da "The Go-Between" di Leslie Poles Hartley,1953


Inghilterra,estate del 1900.Il dodicenne Leo Colston (Dominic Guard),di famiglia modesta e orfano di padre,viene invitato dal ricco compagno Marcus Maudsley (Richard Gibson) a trascorrere tre settimane ospite nella fastosa dimora di Brandham Hall,nel Norfolk.
Qui entra in contatto con un mondo che non gli appartiene,dove,sotto un'impeccabile facciata,scorrono i veleni e le ipocrisie di una classe sociale abituata ai suoi consolidati privilegi e al disprezzo di chi non li condivide.
Trattato con benevola condiscendenza,ma anche con ironico distacco,Leo trova protezione in Marian (Julie Christie),la bellissima sorella di Marcus,dalla quale rimane ammaliato e che lo circonda di affettuose attenzioni.
L'improvvisa malattia di Marcus,che ha contratto il morbillo,lascia Leo completamente libero e per compiacere Marian ( "Farei qualsiasi cosa per lei,qualsiasi."),diventa l'inconsapevole messaggero dei biglietti d'amore clandestini che si scambiano lei e Ted Burgess (Alan Bates),il fittavolo di cui è segretamente innamorata.
"Mi ricordai della lettera che avevo tenuto in tasca senza pensarci,perchè mentre ero con lei,pensavo solo a lei. - Ted mi ha detto di darti questa - dissi tirandola fuori dalla tasca - Temo che sia un pò sgualcita.-
Quasi me la strappò di mano , e poi cercò un posto dove infilarla. - Sono sicura che non dirai a nessuno di questa lettera,nemmeno a Marcus.Non ne parlerai,vero? -
- Ci puoi contare.-
- Bravo.-

Il giovane e innocente Mercurio (così lo chiama Lord Trimingham (Edward Fox),che presto si fidanzerà ufficialmente con Marian) svolge con devota alacrità il suo compito,convinto che si tratti di questioni di "affari" tra Ted Burgess e l'oggetto della sua adorazione,ma una busta,frettolosamente consegnatagli aperta gli rivela l'inganno e la delusione è dolorosa e cocente.
Apostrofato con parole umilianti da Marian perchè rifiuta di portare altri messaggi e scacciato anche da Ted Burgess,che non vuole rivelargli il sensuale mistero che unisce un uomo ad una donna,Leo,profondamente turbato,decide di dividere i due innamorati.
La sua passione per la magia e i sortilegi,che praticava con un certo successo a scuola ("Delenda est Belladonna") gli saranno di aiuto,ma in realtà sarà il suo comportamento contraddittorio a rafforzare i sospetti di Mrs.Maudsley che lo costringerà a portarla nel luogo dove si incontrano Marian e Ted Burgess.Gli amanti saranno scoperti,ma l'epilogo sarà tragico.
Molti anni dopo,ormai anziano,solo e inaridito,Leo Colston tornerà a Brandham Hall per rivedere Marian,vedova di Lord Trimingham,che gli affiderà un ultimo,vano,messaggio d'amore.
Ultimo film della trilogia sceneggiata da Harold Pinter , dopo gli splendidi "The Servant" (1963) e "Accident" (1966),"The Go-Between" è un affresco lucido e spietato della società edwardiana di inizio secolo,ma anche il romanzo di formazione di un adolescente e della sua dolorosa e fatale scoperta dei complessi e oscuri meccanismi che regolano i rapporti del mondo adulto,per lui indecifrabile.
Come ha commentato Angelo Moscariello ("Invito al cinema di Losey",Editore Mursia,1998) "Il racconto è costruito secondo una continuità spaziale (la villa dove è ospite Leo) e una discontinuità temporale (l'intera vicenda è ricordata da Leo anziano che rivede i luoghi dove si svolsero i fatti),cosicchè,invece del tempo cronologico,è la durata bergsoniana a regolare lo svolgimento della storia."
Confluiscono in questa splendida opera i temi portanti dell'etica loseyana: la soppraffazione - la strumentalizzazione di un ingenuo adolescente gioca sull'infatuazione che Leo ha per Marian - e quello dell'asservimento - la cieca obbedianza ai rigidi codici dell'epoca rende scandalosa e inaccettabile la relazione di Marian con Ted Burgess e le impedisce di sottrarsi a questo gioco crudele.
Ma,mentre Marian,sposando Lord Trimingham ("Non esiste colpa che sia della donna") ricostruisce l'impeccabile facciata necessaria per continuare ad essere accettata dal suo mondo,Leo inaridisce le sue emozioni e  rifiuta di metterle nuovamente in gioco,mentre Ted Burgess esce tragicamente di scena.
Tratto dal bellissimo romanzo omonimo di Lesley Poles Hartley,"The Go-Between",grazie alla rigorosa sceneggiatura di Harold Pinter e alla potente regia di Joseph Losey,analizza in modo superbo le complesse sfumature psicologiche dei protagonisti,scandaglia il tema dell'innocenza tradita,restituisce la bellezza ammaliante del teatro del dramma,splendida la fotografia pittorica di Gerry Fisher,già operatore in "Accident",sorretto dalla grande prova di una fulgida Julie Christie e di un fiero Alan Bates,insieme al giovanissimo e sensibile Dominic Guard,che ritroveremo in "Picnic at Hanging Rock",mentre la struggente e ossessiva colonna sonora di Michel Legrand contrappunta l'evolversi degli avvenimenti.
Film di grande forza stilistica e narrativa,giocato in modo critico e non nostalgico sul tema della memoria e del continuo intrecciarsi tra passato e presente,in una reciproca (dis)continuità temporale,"The Go-Between" è un capolavoro ammaliante e spietato che conferma ancora una volta "la portata corrosiva del barocco gelido di Joseph Losey" (Angelo Moscariello).
"Mescolando le epoche,sovrapponendo i dialoghi contemporanei sulle immagini del 1900 e viceversa,raccontando la storia di Leo Colston in modo acronologico,fondendo passato e presente,la sceneggiatura consente di restituire,perlomeno sul piano emozionale,un pò di quello che viene chiamato il continuum temporale,la coesistenza del presente,del passato e del futuro,ai quali solo il bisogno che hanno gli uomini di frammentarli in unità temporali,conferisce un limite." ( Joseph Losey,"Notes sur le Messagger" in "Positif" luglio - agosto 1985)

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