Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Ovviamente, anche se è uscito prima dell’attacco alle TT e tutto il resto, l’alter-ego reale pesa abbastanza sulla visione.
Innanzitutto l’undici settembre era così a ridosso delle mie spalle che non potevo non pensare che certe scene fossero assolutamente vere e veritiere. Mi riferisco soprattutto alle scene in cui vengono rappresentati la delicatezza dei rapporti nel doppio-triplo-giochismo e il potere che scorre lungo tutti gli interstizi possibili; e mi riferisco anche alle scene d’azione, quelle della prima parte, per la precisione (all’incirca) fino all’irruzione in casa di Sadim; quelle della seconda parte, di guerra metropolitana, viravano già più sul fumettistico. Del resto il film non manca di momenti di cinema strettamente poliziesco o di spionaggio.
Eccellente in alcune considerazioni: la contrapposizione tra il discorso del generale, che parla di un nemico da scovare, un nemico da abbattere etc. mettendo in luce che il problema di chi comanda ora, in questa guerra, è proprio far credere l’Islam come UN nemico, laddove l’articolo singolare non rende la forma del fenomeno. E difatti al discorso del generale risponde quello di Denzel Washington che dice che otterranno “dei” risultati. E poi la spiegazione della Bening sul nemico come un animale mitologico con tante teste che, se gliene tagli una, quella rispunta. Insomma, una sorta di decalogo per un nuovo genere cinematografico, quello dello scontro USA-Islam :D
Queste considerazioni non implicano che io sia d’accordo o meno con quello che il film dice. Film, peraltro, tendenzialmente filopalestinese almeno nella rappresentazione dei musulmani prigionieri nel ghetto, che ricordano necessariamente gli ebrei. C’è, in effetti, una lusinga più o meno sotterranea all’Islam, in Sharon (!) kamikaze USA che in punto di morte dice Inshallah, nell’esaltazione della preghiera e della fede (cristiana, ovviamente) e nella ostentazione della fede nei valori americani. Non riesco a capire se è un sincero tentativo di guardare da altri punti di vista, se è un'affermazione politica no global, o un irriverente spernacchiamento agli arabi. O una presa per il sedere. Dipende da come si legge l’interpretazione di Denzel Washington, che, nel rappresentare l'americano portatore di valori positivi, può anche risultare un po’ caricaturale. Ma non è così facile dirlo, per quello che ho detto all'inizio. E soprattutto non mi quadra: perchè, allora, fare un film su una guerra contro i musulmani?
Grandissima Annette Bening, che credo sia una tipa con il cervello davvero fino, visto che, finchè può (ossia fino alla necessaria svolta patriottica con relativi antefatti narrativi), disegna un personaggio eccezionale.
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