Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Film interessante, non tanto per il fatto che voglia provare ad accontentare tutti, lo spettatore "falco" che vorrebbe gasare tutti i nemici della Patria come quello "colomba" che crede ancora nello Stato di diritto, ma perché nello script di questo film vi sono elementi premonitori del futuro prossimo, che per noi è già presente o passato.
E non parlo del fatto che prima o poi il terrorismo sarebbe arrivato al centro del Potere, sul suolo americano, e avrebbe condotto il Newyorkese medio a cambiare le proprie abitudini quotidiane. Certo riguardo alle modalità si è andato sul classico, dato che un attacco alle Twin Towers come quello dell'11 settembre nessun regista o produttore l'avrebbe mai preso in considerazione perché fuori da ogni ipotesi a quel tempo realistica; per cui nel film si immaginano attentati tradizionali, da Medio-Oriente, con i kamikaze imbottiti da esplosivi (anche le moderne strategie terroristiche, dalle stragi ai concerti ai TIR lanciati sulla folla, non sarebbero mai state considerate allora attendibili).
No, l'interesse è in un altro dato e cioè sul fatto che la sceneggiatura racconta molto bene come - in situazioni di terrore esasperato - l'opinione pubblica sia disposta ad accettare di tutto, dalla discriminazione su base razziale con gli stadi trasformati in lager, alla legge marziale, alla tortura e l'assassinio come strumenti normali di informazione e indagine. Una piega degli eventi che Edward Zwick (produttore, sceneggiatore e regista del film) ha cercato di edulcorare con l'autoassoluzione finale tramite il poliziotto buono contro il militare cattivo.
Ovviamente manca un qualunque giudizio critico sulla politica americana degli ultimi 70 anni, se non per rimarcare come tanti "giochini" avviati dagli USA a contrastare i presunti nemici si siano talori rivoltati contro di essi stessi, ma probabilmente l'intento finale era solo fare un film spettacolare di quelli "catastrofici", come anche sottolineato dal titolo (The Siege cioè l'assedio) senza troppe riflessioni su chi - su scala mondiale - stia veramente assediando chi.
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