Regia di Jamie Blanks vedi scheda film
Horror ironico, di buona fattura. Ha più di vent'anni ma non li dimostra
In un campus americano, agli inizi degli anni novanta, una studentessa diligente ma soprattutto curiosa, si appassiona agli omicidi compiuti da un misterioso serial-killer,all'interno dell'università,uno psicopatico che sembra trovare spunto e ispirazione dalle tante e colorite leggende urbane, fiorite sulla base di macabri fatti di sangue, tramandati da persona a persona e raccolti nel libro che la ragazza sta leggendo con vivo interesse. Naturalmente lei stessa diventa preda di questo assassino, mentre si consumano i più efferati delitti ai danni delle persone che gravitano dentro e attorno al campus. Girato da Jamie Blanks e sceneggiato da Silvio Horta, Urban Legend inaugura una mini-saga slasher, che si ispira fortemente al cinema di Craven, in particolare alla serie di “Scream" che aveva immesso linfa vitale al genere horror che, all’epoca, languiva, pescando a piene mani nelle suddette leggende metropolitane, a sfondo orrorifico o sessuale, che sono date per autentiche, non solo dai creduloni, ma possono attecchire, a prescindere da qualsiasi considerazione razionale o semplice logica valutazione, anche nelle persone più ragionevoli.
I riferimenti alle leggende urbane, nel film, sono numerosi e simpaticamente impertinenti: dalla ragazza che sostituisce la pillola anticoncezionale della compagna di stanza con un’aspirina, passando per storiella delle Bubble Yum che non andrebbero mai mischiate con bevande gassate onde evitare un improbabile effetto allucinogeno, o la leggenda dell'auto a fari spenti, che inverte il senso di marcia, mettendosi sulla scia di coloro che col lampeggiamento delle luci, hanno osato segnalare la pericolosa irregolarità, fino alla ingenua ragazzetta che lamenta acidità di stomaco, dopo aver ingoiato maldestramente dello sperma, Il film è un horror maliziosamente ironico a cominciare dal sottotesto complottista che suggerisce, per buona parte del film, che gli omicidi del killer siano in qualche modo legittimati dallo stesso campus.
La materia delle Leggende metropolitane è indagata con serietà,dagli studiosi del folklore ed è ricca di una variopinta aneddotica. Cito a memoria i famosi alligatori che circolerebbero nelle fogne di New York, dopo che qualche sciagurato avrebbe buttato nello scarico dei cuccioli di coccodrillo, o il serpente domestico che si solleva a misurare la propria vittima, per capire se riesce a inghiottirla, fino agli amanti focosi rimasti incastrati durante un vertiginoso amplesso anale, che si recano in ospedale per essere “liberati”, esistono leggende per tutti i bacini di utenza, e sono riuscite a scardinate almeno una volta, le difese anche dei più scettici e pragmatici, magari facendo leva sulle paure ataviche, oppure sollecitate da involontari pregiudizi, come quella dei zingari che girano con furgoni per rapire bambini o la credenza che nei ristoranti cinesi, cucinano cani e insetti. Da qualche tempo però per leggenda metropolitana, s’intende volgarmente una bufala e, negli ultimi anni, fake news. Queste definizioni sono fuorvianti perché in sostanza queste sono ben altro: si tratta di brevi storie apocrife, raccontate come veritiere, e che tendono a diffondersi attraverso il passaparola, spesso l’intreccio prende una piega umoristica, piccante o macabra, in assortite combinazioni. Le antiche fiabe, prima che fossero ridotte a prodotto ad uso e consumo dei bambini, erano vicine a questi racconti.
Urban legend è stato tra i primi film a occuparsi del tema, contribuendo alla popolarità del concetto, includibile nel folklore moderno. I protagonisti sono studenti di college e seguono un corso proprio sulla materia, tenuto dal professor Wexler alias il mitico Englund, che spiega loro quanto siano diffuse, nonostante non raccontino eventi reali.
I temi avevano cominciato a essere studiati per opera dello storico e sociologo Jan harold Brunvand . Grazie al suo lavoro rigoroso, si era cominciato a prendere sul serio certa narrativa, che non era, solo frutto di superstiziose o ignoranza
Ovviamente la divulgazione delle leggende metropolitane per via orale, e talvolta cartacea, è oggi minoritaria rispetto a quella che avviene su internet e questo ha causato una standardizzazione di questi raccontii, che tuttavia persistono nella nostra cultura. Il film anche se ingenuo nella trama gialla, è efficace e malgrado siano passati tanti anni non ha perso il suo fascino sinistro
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