Regia di Radu Mihaileanu vedi scheda film
Un inizio che sembra uscito dal Violinista sul tetto (Norman Jewison, 1971), un prosieguo che accomuna La vita è bella di Benigni al Tempo dei gitani di Kusturica. Una volta assodata la geniale trovata che dà origine al film, il meglio consiste negli scambi di battute impregnate di umorismo ebraico, dalle esilaranti assemblee degli anziani del villaggio agli scambi di battute di Mordechai con gli ufficiali nazisti, dai dialoghi di Esther con il padre integralista («il figlio di Mordechai non mi piace: oltre ad essere nazista è anche comunista!») allo sconcerto del commando partigiano di fronte ad un reparto della Wehrmacht che recitano le preghiere ebraiche.
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