Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film
Alla fine degli anni Settanta il piccolo territorio di Honk Kong, possedimento britannico, venne letteralmente preso d'assalto da profughi provenienti principalmente da Vietnam e Cina, nazioni con grandi problemi politici e sociali. Ma la vita a Hong Kong, sovrappopolata e povera, non è per nulla facile.
Vittorio De Seta non è mai stato un regista di quantità, ma certamente di qualità sì: nel corso di tutti gli anni Settanta licenziò due soli lavori, entrambi per la Rai ed entrambi sul medesimo argomento, il sistema scolastico nazionale (Diario di un maestro e Quando la scuola cambia). Nel 1980 la tv di Stato commissiona a De Seta questo Honk Kong, città di profughi, studio sul grave problema dell'immigrazione - e quindi della sovrappopolazione e della miseria - nel minuscolo territorio difeso dall'esercito britannico. E' l'occasione per parlare degli sconvolgimenti sociopolitici in estremo oriente e dell'eterna questione dell'emigrazione in cerca di miglior fortuna; De Seta racconta tramite le immagini, come è solito fare, senza aggiungere tanti commenti (a cura di Daniela Ghezzi, voce di Angiola Baggi) e senza ricercare protagonisti sullo schermo. Tre sono le puntate in tutto, ciascuna della durata di tre quarti d'ora: totale due ore e un quarto. Il regista si occupa personalmente anche della fotografia. 6/10.
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