La recensione su The House of Us

di alan smithee

5 stelle

FEFF 22

L'armonia della famiglia della piccola Hana sta andando in frantumi, con un padre pressoché dipendente dall'alcol e una madre che non lo ama più e lo giudica inaffidabile.

Hana vorrebbe impegnare i genitori in un viaggio riconciliatorio in cui far ritrovare al nucleo quella serenità ormai lontana ed apparentemente irraggiungibile.

Nel corso dei suoi spostamenti, la ragazzina incrocia due sorelline più piccole di lei, ed, aiutando la più piccolina a ricercare la più grande, ne diviene amica del cuore, soprattutto quando viene a sapere che le due vivono con alcuni parenti con la frequente prospettiva di trasferimento, senza potersi legare ad un luogo o ad amicizie salde, e lontane dai loro cari, due persone povere costrette a lavorare in un luogo turistico che li costringe a non potersi curare della loro prole.

Incalzata dalla propria disarmonica situazione familiare, Hana persuaderà le due sorelline ad intraprendere un viaggio alla ricerca dei genitori. Un viaggio che avrà il sapore dell'avventura e della scoperta dei veri valori dell'amicizia e della sincerità, ma le cui incognite metteranno a volte a repentaglio persino quella amicizia tra le tre bambine, che a prima vista pareva inossidabile.

Per la regia di Ga-eun Yoon, The house of us è un piccolo film sudcoreano che riesce a filmare il disagio pre-adolescenziale senza manierismi o edulcorazioni, ma soprattutto senza inutili atteggiamenti retorici, avendo l'accortezza di lasciare alla naturalezza delle tre giovani valide interpreti, la responsabilità di produrci tre ritratti di gioventù credibili e possibili, quando la maturazione ad un atteggiamento di responsabilità altrove riservato ad età più adulte, diviene la soluzione unica ed impellente per affrontare soluzioni altrimenti insanabili, deviate e corrotte dall'egoismo del mondo degli adulti.