Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Garrone è chiamato al secondo appuntamento dietro la macchina da presa e sostanzialmente non delude affatto. Riparte da dove lo avevamo lasciato con la Terra di mezzo (lo spazio in cui soprav/vivono gli immigrati in Italia, in sostanza), ma inverte l'approccio alla materia: se il primo film era una sorta di documentario con tracce di fiction, questa fiction sugli Ospiti (sempre gli immigrati a Roma) ha qualche inflessione documentaria qua e là. Pochi e scarni gli avvenimenti, se si esclude l'enigmatico finale (comunque apprezzabile per la scelta di non rivelare apertamente alcunchè); come nel primo lungometraggio, Garrone usa con insistenza le musiche, anche qui per lo più etniche, anche se a dire il vero paiono meno incisive (colonna sonora curata dalla Banda Osiris). Sceneggiatura del regista insieme ad Attilio Caselli. Sufficiente.
Due ragazzi albanesi lavorano da un paio di anni a Roma; abitano presso un trentenne fotografo benestante, col quale sono in buoni rapporti. Un giorno l'anziana vicina sparisce ed il trio aiuta il marito a riconoscere il cadavere.
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