Regia di Francesco Amato vedi scheda film
Elisa e Alessio sono sposati e si amano. Hanno due lavori che li soddisfano e, ad arricchire ulteriormente la loro vita, sta per arrivare Anna. Ma il destino a volte è crudele, proprio durante un controllo, Elisa scopre di avere una forma molto aggressiva di tumore al seno e che non potrà mai veder crescere la sua bambina, decide così di comprarle 18 regali, uno per ogni suo compleanno, fino al compimento della maggiore età.
La pellicola di Francesco Amato, rispetto a quanto aspettato e sperato, non è per niente emozionale. Pur partendo da un racconto estremamente drammatico e modificandone qualche pezzo per renderlo tanto più tale (nel film Elisa muore prima di veder crescere la sua bimba che nella realtà ha un anno quando la mamma viene a mancare), la romanzata sceneggiatura, scritta a otto mani dallo stesso regista insieme a Massimo Gaudioso, Davide Lantieri e Alessio Vicenzotto, non riesce mai ad essere empatica a tal punto da commuovere o quantomeno partecipare al dramma di Elisa (mal interpretata da Vittoria Puccini).
Si resta sempre un passo indietro, semplici spettatori di una narrazione poco fluida che ad un certo punto sembra volersi inerpicare tra la difficoltà rapporti umani e il valore stesso della vita, perdendo spesso di vista il nocciolo del racconto che, se ben sviluppato, sarebbe stato capace di farci annegare nelle lacrime che invece, stranamente, non sgorgano mai.
Colpa degli sceneggiatori? Del regista? O degli attori? Fatto sta che la pellicola di Amato sembra ancorata al suolo e non decolla mai. Ne chi racconta, ne tantomeno chi interpreta, sembra capace di far suo il dramma di una donna sensibile e altruista che ha commosso la nostra nazione a tal punto che nessun altro, oltre a lei, sembra essere stato in grado di trasmetterci il suo accorato dramma.
Forse è proprio vero che ci sono storie che non si possono raccontare!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta