Regia di Delbert Mann vedi scheda film
Da una parte va riconosciuto al film e ai suoi autori il merito di avere riportato sullo schermo uno dei capisaldi del pacifismo mondiale, dall'altro non si può che rimpiangere l'occasione sprecata nel mettere in scena il medesimo. Del resto il compito di Delbert Mann e soci era improbo, chiamati com'erano a confrontarsi con due giganti quali il romanzo di Remarque e il film che ne trasse Lewis Milestone nel 1930. E il confronto è impietoso: nel film di Mann non c'è la passione che era l'essenza del film di Milestone, soprattutto manca quel sentimento di pietas che è la cifra di ogni grande opera ispirata dal massacro della Grande Guerra. Richard Thomas non ha il carisma né la faccia pulita da recluta di Lew Ayres e nemmeno i pur bravi caratteristi (Ernest Borgnine, Ian Holm, troppo caricaturale) salvano questo film da un'irrimediabile mediocrità. Se ne guadagna il doppiaggio - nel film di Milestone i nomi tedeschi dei protagonisti venivano italianizzati in improbabili Paolo, Francesco, ecc. - le scene di battaglia, pur girate a distanza di cinquant'anni, non coinvolgono né convincono e, come dice Tullio Kezich, Mann è perfino peggiore come stratega che come regista.
Spero che Film TV voglia correggere la topica in cui è incorso nel descrivere la trama del film: la vicenda si svolge nell'esercito tedesco e le giovani reclute non sono affatto austriache.
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