Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Uno dei massimi capolavori di Bergman.
Un Bergman al vertice della creatività e dell'espressività, realizza un film che può definirsi di certo uno dei suoi massimi capolavori. E' una storia dall'impianto teatrale (caratteristica che ricorre spesso nelle sue opere) perfetta e limata in ogni suo punto, con dialoghi eccellenti e personaggi di una profondità e complessità incredibile. E' una vicenda profondamente tragica che narra della sofferenza e dei modi diversi di affrontarla, in special modo da parte del genere femminile. Davanti alla sorella morente, le due donne che la accudiscono si comportano in modo totalmente diverso tra loro. Una, fredda e austera, sembra ripudiare qualsiasi forma di esternazione o di contatto fisico, come ne fosse terrorizzata (ma in realtà ne ha un gran desiderio). L'altra, più allegra e solare, pare vivere solo di una squallida quanto svenevole e sorridente apparenza, come se stare vicino alla sorella fosse una sorta di atto dovuto (che maschera magnificamente) imposto dalla società borghese. Solo la cameriera, tormentata da un desiderio insoddisfatto di maternità, appare essere davvero affezionata alla malata, trattandola come una bambina piccola e bisognosa di protezione.
E' un film anche sulla difficoltà di stabilire autentici rapporti umani, di confrontarsi con la morte, di uscire dagli opprimenti dettami borghesi e di riconoscere i propri sentimenti più profondi.
Le scene della sofferenza e della malattia, compresa l'atmosfera che circonda la casa, sono rese con un realismo estremamente coinvolgente. Le recitazioni sono di primissimo livello, il ritmo è infallibile ed il film è ricco di tensione drammatica.
Un autentico capolavoro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta