Regia di Giuseppe Bonito vedi scheda film
Una coppia sulla quarantina fa il secondo figlio. I sacrifici e le difficoltà fatti per la prima bambina, adesso seienne, sembrano elevarsi all’ennesima potenza.
Quando fai un figlio, il primo, ti senti il re del mondo e la capacità di creare la vita si trasforma automaticamente in forza di volontà, determinazione, voglia di scoprire l’inesplorato mondo della genitorialità; all’arrivo del secondo sottovaluti il peso della responsabilità, credendo di avere già imparato tutto in precedenza, e invariabilmente soccombi. Questa è la (simpatica? Verosimile? Interessante?) morale di Figli, esposta quasi come per caso nel bel mezzo di un dialogo fra due personaggi all’altezza circa della prima mezzora del film; lo stratagemma è avvincente (e profondamente, intrinsecamente cinematografico), peccato che l’intero lavoro sia invece basato su tutt’altro tipo di approccio, arbitrariamente virato al televisivo e all’estetica delle serie sul web. È davvero questo il cinema del ventunesimo secolo o siamo soltanto di fronte all’ennesimo rimasticamento di luoghi comuni da social – e la rivalità fra fratello nuovo arrivato e sorella primogenita, e il ruolo dei suoceri, e le difficoltà nel coniugare lavoro e crescita dei figli, e la sessualità in crisi fra genitori, etc. – esposti sotto forma di modestissimo monologo da youtuber (massimi sistemi, minimi argomenti) a uso e consumo di una platea più che vasta? Presumibilmente la verità sta a cavallo fra queste due soluzioni: solo il tempo ci dirà se questo tipo di cinema sarà destinato a essere ricordato, mentre per ora possiamo stare certi della sensatezza della seconda ipotesi. Per Giuseppe Bonito, dopo Pulce non c’è (2012), questa è l’opera seconda da regista; per lo sceneggiatore Mattia Torre, prematuramente scomparso nel 2019, purtroppo potrebbe essere l’ultima, a meno di copioni sepolti nel cassetto. Certo non un film memorabile, comunque, specie se si considera che i due attori principali sono nientemeno che Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi; al loro fianco troviamo peraltro anche Stefano Fresi, Gianfelice Imparato, Valerio Aprea e Paolo Calabresi; nota positiva per la luminosa fotografia: è di Roberto Forza. Da segnalare che in un ruolino, verso la fine, compare a sorpresa Oscar Farinetti, patron di Eataly. 3,5/10.
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