Regia di John D. Lamond vedi scheda film
Lolila in versione australiana, con ambientazione però orientale. Erotico poco significativo, nonostante l'abbondanza di nudo tra una scena e l'altra.
Al convento denominato Liu Shao è ospite Felicity (Glory Annen), adolescente turbata delle prime pulsioni sessuali che in parte sfoga con la compagna di stanza Jenny (Jody Hanson). Finché i genitori le propongono una vacanza ad Hong Kong, come ospite della sorella da tempo trasferitasi lì per lavoro. Felicity, immersa in letture di testi erotici (Story of 'O, Emanuelle), affronta il lungo viaggio, avendo occasione di sbirciare, sull'aereo, una coppia in effusioni amorose. Raggiunta Hong Kong, Felicity viene accolta dunque da Christine, sorella piuttosto disinibita e spesso impegnata a fare l'amore con Stephen. Ma è con Me Ling (Joni Flynn) che la ragazza scopre la vita notturna di Hong Kong, tra massaggi di piacere e rapporti occasionali, consumati in bordelli improvvisati. Fino a quando, nel tentativo di sfuggire all'aggressione di tre balordi, Felicity incontra Miles (Chris Milne). Attratta dal gentile e affascinante ragazzo, finisce per fare sesso con lui, ovunque: al cinema, sull'autobus, in ascensore. Ma quel tipo di sesso è molto diverso, perchè praticato con amore, tra due giovani sorridenti che si tengono mano nella mano, prima di donare il loro corpo l'un l'altro.
Il regista australiano John D. Lamond (1947-2018), dopo un paio di documentari (Australia after dark e The ABC of love and sex: Australia style) decide di mettere mano a questo erotico con ambientazione orientale. Lo fa in maniera poco decisa: infatti per oltre metà film, punta sostanzialmente al nudo della Annen, interprete scelta in quanto falsa adolescente (1952-2017, all'epoca aveva 26 anni). Nudo spesso ripreso in circostanze scabrose (il rapporto lesbico in collegio). Quindi la storia procede molto lentamente, con la voice over di Felicity che commenta, come fosse su un lettino dello psicanalista, le sue esperienze.
Passata l'ora, dopo averci mostrato Hong Kong in lungo e in largo, Lamond fa una clamorosa inversione di marcia: Felicity non pensa più al sesso inteso come piacere, ma come necessario completamento di un rapporto affettivo. La love story procede quindi in questo mutato clima di convenzionale e ipocrito moralismo, finendo per dare il colpo finale alla pazienza dell'annoiato spettatore, con un lieto fine di circostanza. Non sorprende dunque che Felicity (i manifesti dell'epoca propongono due differenti sottototoli: Sexy adolescenza e La figlia di Emanuelle) sia film sparito poi nel nulla, mentre di Lamond ci si ricorderà essenzialmente per il successivo lavoro, Stage fight (1980) arrivato sui nostri schermi come Nightmares - Incubi.
"Ricorderai l’adolescenza come il periodo dalle emozioni più intense e dalle esperienze più vere. Un adolescente si butta con ogni cellula del suo corpo in quel che fa, se non altro perché è la prima volta." (Stephen Littleword)
F.P. 13/10/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 94'02")
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