Regia di Todd Solondz vedi scheda film
Lo hanno già scritto altri ma è vero, le commedie di Todd Solondz assomigliano (un po') a quelle di Woody Allen. Al posto di battute scoppiettanti l’umorismo è acido e nero, i dialoghi traboccano sesso esplicito e insulti mai gratuiti, le situazioni e le scene sono realistiche, perfide e non volgari. Sfiorano un grottesco anomalo, alla Solondz per farla breve. Le vicende della famiglia Jordan e di altri personaggi che ruotano intorno a loro narrano l’orrore quotidiano, il razzismo più o meno sociale, le solitudini e le nevrosi della nostra attuale società, inoltre non suscitano mai per un attimo compassione o pietà. Joy Jordan ha appena lasciato il fidanzato, dalle lacrime lui passa ben presto agli insulti e alle maledizioni. Più tardi si scoprirà che era un collega di lavoro ignorato da tutti che si suiciderà per il dolore. Joy va a piangere la sua singletudine dalla sorella Trish che invece si sente realizzata con due figli e il marito psicoanalista Bill. Quest’ultimo in una seduta ascolta distrattamente Allen, un single frustrato e ciccione ossessionato dal sesso e dalla vicina di appartamento Helen. Lei è la terza sorella Jordan ed è una donna affermata che macina libri di successo e uomini. Joy cambia lavoro e si invaghisce di Vlad, un immigrato russo ladro e truffaldino. Bill dispensa consigli sul sesso al figlio undicenne Billy e nel frattempo si masturba in auto guardando riviste di ragazzini. I genitori delle sorelle Jordan, Lenny e Mona si stanno separando non senza difficoltà. Allen si divide tra telefonate hot e le visite non desiderate della dirimpettaia Christina, la quale gli confida di aver ucciso e poi fatto a pezzi il portinaio Pedro colpevole di esserle saltato addosso. Helen cede alle avances telefoniche di uno sconosciuto, trattasi di Allen che poi verrà respinto dall’interessata. Bill abusa di due compagni del figlio e verrà arrestato. Sei mesi dopo la famiglia Jordan si ritrova in vacanza riunita a tavola con Helen incaricata di trovare un uomo a Joy eterna single, Trish “vedova” di Bill e Mona separata da Lenny che rifiuta una nuova compagna dopo aver constatato la propria impotenza con la vecchia fiamma Diane. Il nipote Billy si masturba in terrazza alla vista di una bella bionda in bikini e comunica ai familiari la venuta. HAPPINESS è una sorta di MOSTRI versione americana in cui dietro la cornice colorata, luminosa e soleggiata (della fotografia e degli ambienti) si nascondono individui repressi e disturbati, soli e illusi, annoiati e cinici. Sull’humour corrosivo di Solondz è stato già detto, sulla scelta di girare temi delicati come la pedofilia (incluso il personaggio di Bill interpretato dal bravo Dylan Baker) bisogna lodare la capacità di essere allusivo e sobrio allo stesso tempo. Perfetta anche la direzione degli attori tra cui svettano il sudaticcio e impacciato Allen di P.Seymour Hoffman e il distacco sornione di Lenny/Ben Gazzara. Deludente invece e prevalentemente drammatico il seguito PERDONA E DIMENTICA.
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