Regia di Todd Solondz vedi scheda film
Quale sia questa felicità può facilmente sfuggire allo spettatore di un film tanto drasticamente pessimista; ma non si tratta in effetti di un titolo sarcastico. Happiness fa da apripista per un vero e proprio filone di quegli anni (da Magnolia di Paul Thomas Anderson, 1999, a La sicurezza degli oggetti di Rose Trocher, 2001), interamente teso a dimostrare quanto sia malata e sofferente la medioborghesia bianca cattolica americana della provincia pulita e ordinata, nelle apparenze “al di sopra di ogni sospetto”. Coraggioso in certe scelte (le telefonate oscene di Philip Seymour Hoffman, come le scene tra padre e figlio in cui argomenti sessualmente approfonditi vengono spiegati con la massima nonchalance), debitamente più frivolo in altre (il ménage complicato, ma sopra le righe tra Ben Gazzara e Louis Lasser), il terzo lungometraggio di Todd Solondz è essenzialmente il primo lavoro maturo per il regista e sceneggiatore, che predilige sempre i dialoghi – impeccabili – all'azione, lasciando all'immaginazione, al sottinteso o alla suspence tutto ciò che non vale la pena (per i più disparati motivi) raccontare. Nel cast anche Lara Flynn Boyle, Cynthia Stevenson, Dylan Baker, Jon Lovitz, Jane Adams Jared Harris e Dan Moran. La felicità è un'illusione cui aggrapparsi in quei rari, rarissimi momenti nei quali essa sembra fare capolino nelle nostre vite disperate: questa, presumibilmente, la sola morale della pellicola. 7,5/10.
Una coppia matura è in crisi; le tre figlie intanto vivono rapporti contrastanti con il sesso maschile. Una divora uomini senza sosta, una non riesce a trovare l'anima gemella e, infine, l'unica delle tre la cui vita è apparentemente realizzata e stabile, scoprirà uno sconvolgente segreto sul marito.
(Re-visione 15 maggio 2022)
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