Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Baci e abbracci somiglia un po' ad una favoletta contemporanea, con tutto il discorso del Natale e quel finale sotto la neve virato al 'volemose bene'; non si può dire un brutto lavoro (certo meglio del precedente Ovosodo, non che ci volesse molto), ma nemmeno si può parlare di un'opera 'compiuta'. Talvolta eccessivamente retorico, in alternanza con i toni della commedia che ci consegnano una piccola galleria di personaggetti, il quarto film di Virzì rappresenta anche la ghiotta occasione per il regista per inserire a forza - seguendo un'usanza tipica del Belpaese - il gruppetto rock del fratello (Carlo Virzì, anche attore in una particina), che si esibisce e 'cura' anche la colonna sonora. Totalmente fuori contesto: la presenza della 'band' e delle sue canzoni non ha alcun senso all'interno della storia; per il resto la sceneggiatura (Virzì/Bruni) è anche dignitosa e fra gli interpreti spicca positivamente Paolantoni, comico che riesce bene anche in un ruolo tendente al drammatico come questo. 5/10.
Vigilia di Natale toscana; un ristoratore fallito tenta invano il suicidio, mentre vaga per la stazione (schivato perfino dal treno sotto cui voleva morire) viene chiamato per nome da alcuni sconosciuti. In stato confusionale, li segue; questi lo hanno scambiato per un assessore omonimo che dovrebbe fare qualcosa per garantire l'allevamento di famiglia, in difficoltà economiche. Servito ed ultrariverito, l'uomo si presta al gioco.
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