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Casta diva

Regia di Carmine Gallone vedi scheda film

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La recensione su Casta diva

di mm40
4 stelle

La vera storia della genesi dell'aria Casta diva, che Bellini scrisse per l'amata Maddalena.

 

A vent'anni di distanza da Casta diva (1935), Carmine Gallone torna sui suoi passi e ritenta il medesimo esperimento: raccontare in forma di fiction la storia della genesi dell'aria che rese maggiormente celebre Vincenzo Bellini. Il film del 1954, oltre alla significativa novità dei colori (fotografia di Marco Scarpelli), si presenta più romanzato, più arzigogolato, con un nugolo di personaggi più definiti e un aumento di relativi intrecci nella trama; a mettere mano alla sceneggiatura stavolta sono in cinque, oltre a Walter Reisch che aveva scritto il copione della prima versione della pellicola: Age & Scarpelli (Furio, fratello di Marco), Luigi Filippo D'Amico, Joannon (così sui titoli di testa; nome completo Léo Joannon) e lo stesso Gallone. Il cui piatto forte, nella vasta filmografia che lo ha visto dietro la macchina da presa per circa mezzo secolo, dagli anni Dieci ai primi Sessanta, è notoriamente l'amore per la lirica, che lo ha portato a mettere in scena svariate opere e, in questo caso, persino due volte lo stesso episodio della vita del compositore della Norma. Nel cast compaiono la giovane Antonella Lualdi, Maurice Ronet, Fausto Tozzi, Nadia Gray, Danilo Belardinelli, Renzo Ricci e Marina Berti; il buon budget a disposizione si nota tutto e, a conti fatti, questa seconda versione surclassa la prima sul piano estetico quanto ne viene surclassata su quello contenutistico, nel quale il film degli anni Trenta risultava senz'altro più aderente alla realtà, più asciutto, diretto, concreto. Nello stesso 1954 Gallone porta sul grande schermo anche Madama Butterfly e l'anno seguente sarà la volta di Cavalleria rusticana. 4,5/10.

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